"Non è tollerabile, né razionale continuare ad affidare la sicurezza e il mantenimento della pace ad armi di distruzione di massa come le armi nucleari. Oggi se ne parla molto, ma da decenni viviamo sotto la minaccia nucleare”. Lo ha detto Enza Pellecchia, direttrice del Centro interdisciplinare di Scienze per la pace all'incontro su 'Pace e guerra. Costruire un'alternativa possibile', il primo dei quattro appuntamenti promossi dall'Università di Pisa per la rassegna sui grandi temi di attualità 'Ne parliamo in Sapienza'. Nel corso dell'evento, insieme agli altri ospiti, i giornalisti Toni Capuozzo e Domenico Quirico e il giurista cattolico Pierluigi Consorti, si è discusso anche del rischio di escalation nucleare della guerra in Ucraina. "Dobbiamo avere paura per ciò che sta succedendo - ha aggiunto Pellecchia - e trasformare questi timori in una leva di cambiamento per mettere in atto azioni radicali, cambiando paradigma: non più se vuoi la pace prepara la guerra ma prepara la pace”. Secondo Consorti, "l’alternativa possibile è tornare a parlare di conflitti e non di guerra per sciogliere i nodi che determinano quei conflitti". "L'unico che parla di pace in questo momento è il Papa - ha osservato Capuozzo - mentre nell’Unione europea si parla solo di fornire armi all’Ucraina e di sanzioni alla Russia. Questa guerra è il più fragoroso fallimento dell’Europa". Il pericolo più grande, ha concluso Quirico, "è che Putin non considera l’atomica un deterrente ma un’arma normale per proteggersi, anche fisicamente, e rende tutto più complicato il fatto che anche Biden e una parte della società americana stanno usando il popolo ucraino per eliminare Putin dalla scena internazionale: il problema centrale di questa guerra è l'ipocrisia". Il 12 ottobre secondo appuntamento della rassegna 'Ne parliamo in Sapienza' per discutere di diritti e salute pubblica con Marco Gesi, Franca Melfi, Fabrizio Pregliasco ed Eugenio Ripepe.
In collaborazione con:
Università di Pisa