Quello fra infrastrutture e ricerca è un "rapporto biunivoco che crea un rafforzamento reciproco. L'esigenza di nuove infrastrutture richiede nuova ricerca e sviluppo e nuova ricerca e sviluppo produce nuove tipologie di infrastrutture". A parlarne è il professor Oliviero Baccelli, docente di Economia e Politica dei Trasporti dell'Università Bocconi di Milano. "Molto spesso - spiega - le infrastrutture richiedono un confronto col territorio, un adattamento al contesto locale, un'attenzione specifica ad elementi geologici piuttosto che urbanistici, per cui c'è un continuo scambio perché ogni infrastruttura deve adattarsi al contesto, non ci sono infrastrutture che possono essere calate dall'alto e replicate in modo facile da altre parti. E questo comporta uno stimolo continuo in termini di ricerca e sviluppo che porta a soluzioni innovative, magari sviluppate in contesti del tutto diversi".
E da questo punto di vista il nostro Paese può dire la sua. "L'Italia - sottolinea Baccelli - offre una serie di occasioni molto particolari, dal punto di vista morfologico, geologico, di densità urbana, è molto complessa e variegata. Ci sono elementi che la rendono un unicum, tanto che alcuni player riescono a replicare il know-how sviluppato qui anche in contesti internazionali proprio perché quello italiano è particolarmente sfidante". Come esempio cita il trasporto pubblico a cavo. "I grandi player che costruiscono funivie e funicolari sono solo italiani - evidenzia - perché partendo dalle montagne più difficili, mutuando quel tipo di tecnologie ad ambiti urbani sono riusciti a sviluppare idee fantasiose, che sono frutto di un humus che è quello del territorio italiano, così diversificato e accidentato che dal punto di vista tecnologico inserire una funivia nel contesto del trasporto pubblico a Medellin o alla periferia di Parigi diventa semplice".
Parlando poi del suo specifico ambito di ricerca, quello delle analisi socio-economiche, il professor Baccelli spiega che "l’approccio deve essere quello dell’intero ciclo di vita, considerando i tempi di pianificazione e costruzione, ma anche di manutenzione ed eventuale conversione, quindi orizzonti molto lunghi, di almeno 50 anni. Occuparsi di ricerca sulle infrastrutture vuol dire costruire scenari di mercato di medio-lungo periodo in grado di tener conto di elementi di frontiera in termini di innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale". Il rapporto fra infrastrutture e ricerca si basa per forza di cose su un approccio multidisciplinare. "Occupandosi di medio-lungo periodo - conferma - si devono ipotizzare elementi che stimolano evoluzioni del mercato, perché uno degli aspetti chiave delle infrastrutture è che, tra virgolette, non si può tornare indietro, pertanto nella pianificazione è necessario alzare sempre più in alto l'asticella delle ambizioni affinché siano elementi trainanti lo sviluppo economico".
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