Tra le aziende impegnate nello scavo del tunnel di base della nuova ferrovia Torino-Lione c'è Ghella. L'azienda specializzata in scavi in sottorranei, è operativa in 15 Paesi con diversi cantieri. E per un'azienda che opera nel settore delle grandi opere il tema della ricerca "è fondamentale, senza saremmo fuori dal mercato", evidenzia l'ingegner Giovanni Giacomin, responsabile scavi meccanizzati di Ghella. L'azienda lavoro con tecniche improntate all'economia circolare per il riuso dei materiali di scavo e alla massima sicurezza dei lavoratori,
"Ogni opera infrastrutturale - racconta - richiede tecniche e soluzioni molto particolari, a volte uniche, con lo sviluppo di macchine e tecnologie innovative. Sono processi di ricerca costante sia in cantiere sia nei nostri uffici tecnici". Per l'azienda romana, uno degli aspetti principali è la sostenibilità. "Siamo molto attenti nella selezione di gare a cui partecipare - sottolinea Giacomin -. È importante che siano progetti altamente sostenibili. Tra i tanti lavori di cui andiamo fieri ci sono diversi lotti della Ten-T, la 'metropolitana d’Europa', tra cui ad esempio un pezzo del tunnel di base della Torino-Lione". E a questo proposito cita, come esempio "il riutilizzo dei materiali di risulta di scavo che usiamo come inerte del calcestruzzo per poi reimmetterlo nello stesso scavo per il rivestimento delle gallerie in tradizionale o per riempire la base della galleria dove fondare le rotaie. Un esempio di economia circolare che evita emissioni di CO2 dovuti al trasporto e all'uso di ulteriori aggregati per il calcestruzzo".
L'attenzione di Ghella al settore ricerca e sviluppo è dimostrato anche dal fatto che l'azienda - spiega ancora Giacomin - ha "un dipartimento che è come una cellula distaccata dell'Ufficio scavi meccanizzati che è in dialogo costante con i produttori delle macchine, fornitori e centri di ricerca come le Università. Dialogo che genera nuovi prodotti, come la centina sicura Ghella che permette il posizionamento con una macchina operatrice invece del tipico sistema con vari uomini al fronte di scavo, riducendo drasticamente il personale nelle aree più esposte a rischio di incidenti. Questo credo sia l'esempio perfetto perché nasce dalla volontà di tutelare le nostre persone e rendere il processo di scavo più efficiente e sicuro, quindi veloce ed economico". Altro esempio - conclude Giacomin - "la collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, con cui abbiamo studiato una miscela per il riempimento esterno dei conci senza l'impiego di cemento che viene sostituito da scorie di altoforno, con un'importante riduzione dell'emissione dei consumi di CO2. Parliamo quindi di nuovo di economia circolare, ottimizzazione degli sprechi e miglioramento della sostenibilità delle lavorazioni".
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