CARPIGNANO (LECCE) - "La Notte della Taranta è una presa di coscienza formidabile che permette di progettare un futuro più attraente di quanto non sia il presente". Lo ha dichiarato il critico d'arte Philippe Daverio al termine della sua visita alla Cripta di Santa Cristina di Carpignano Salentino, ospite del Festival.
"Ci sono due meccanismi per la presa di coscienza - ha detto -: quello punitivo che tentiamo di evitare e quello divertente e festoso che comunica più facilmente di tutti. Questo evento estivo che prende le persone e le reinteressa ad una cosa complessa, che va dalla musica alla percezione visiva e anche all'individuazione del paesaggio, e che le rende in qualche modo interessate a inventare non solo se stesse, non solo a scoprire il passato, ma a usare se stesse e il passato per progettare il futuro, è un fatto formidabile".
Dopo la lectio magistralis di ieri sera ad Acaya su "La Puglia internazionale delle crociate. Cavalieri e dame del castello di Giangiacomo di Acaya", nella sesta tappa del Festival itinerante de La Notte della Taranta, lo storico dell'arte ha voluto ripercorrere due siti storici del Salento già visti e decantati nei suoi lavori televisivi.
Una prima visita alla chiesa di Santo Stefano di Soleto, dove si è soffermato sull'affresco della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, seduti davanti alle mura di Gerusalemme, tutti in preghiera intorno alla Vergine. La seconda tappa a Carpignano Salentino, alla cripta di Santa Cristina, un esempio di arte bizantina risalente al IX secolo, dove due volte l'anno si celebra messa con un rito cattolico-bizantino.
"Girare in questa area è come avere il diritto di aprire un libro e riguardarlo - ha detto - Per il giramondo normale è una chiave di accesso per entrare in un altra dimensione, che poi apre a nuovi scenari. Va a Galatina a Soleto e trova cose inattese, una serie di documenti che rendono questa parte del mondo particolarmente interessante".
In collaborazione con:
Notte della Taranta