L'impatto dell'emergenza Covid-19 "da qui a fine anno si farà sentire in termini di vendite" di Thun, il rinomato marchio degli angioletti ma anche di altra oggettistica e accessori. Lo dice il Ceo dell'azienda, Francesco Pandolfi, spiegando che " l''impatto si è fatto sentire in termini di volumi ma assolutamente controllato. Ovviamente il livello di allerta è massimo perché l'effetto Covid non è passato, ma la situazione è sotto controllo. La ripartenza è stata positiva grazie anche ai nuovi progetti e piani strategici".
La storica azienda altoatesina, leader dei prodotti ceramici e del regalo di qualità, ha chiuso il 2019 con un fatturato di oltre 124 milioni di euro e una crescita a doppia cifra, ricorda Pandolfi, evidenziando che c'è stata "una importante riduzione della posizione finanziaria netta di gruppo e un importante incremento di generazione di free cash flow (flusso di cassa disponibile), non ultimo una riduzione dell' inventory". A gennaio e febbraio 2020, prima del lockdown, "siamo partiti bene sia per volumi che per redditività", aggiunge il Ceo. Poi, la chiusura dei negozi, che Thun ha anticipato di qualche giorno rispetto al Dpcm, "ha determinato due mesi di fermo, tranne che per l'online che ha continuato a operare raddoppiando le performance. La riapertura del 18 maggio è stata migliore delle aspettative", grazie "a un effetto di valore del brand sul consumatore". Per quanto riguarda l'attività logistica, "non si è mai fermata", conclude il manager. Da oggi Thun ha dato vita a un nuovo gruppo strategico, con l'acquisizione del 100% di Connecthub, aprendosi al mercato M&A.
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