Il Pil italiano nel 2021 crescerà del +5,8%, trainato dai consumi delle famiglie, in crescita del 4,7% rispetto al 2020, e dagli investimenti privati, per i quali si prevede un incremento di circa il 16%. È quanto emerge da uno studio di EY, presentato durante la seconda giornata dell’EY Digital Summit "Racconti del futuro". Attesa una crescita sostenuta (anche superiore al 20%,) dei consumi per il vestiario, i trasporti, gli alberghi e i ristoranti. Crescita più moderata invece nel settore alimentare (sotto il 5%), nelle spese per l'arredamento e in quelle sanitarie. "Le aspettative legate al Pnrr ci consentono di delineare una previsione positiva della crescita del Pil dell’anno in corso, +5,8%, alimentano un capitale di fiducia e disegnano all’orizzonte una transizione verso il Paese del futuro", ha dichiarato il ceo di EY in Italia, Massimo Antonelli, aprendo la giornata. "Tuttavia", ha sottolineato, serve "concretizzare questa opportunità attraverso l’attuazione delle riforme, dei processi semplificativi e la creazione di nuove competenze per le generazioni future".
Sul lato dell'offerta, l'analisi evidenzia come nei mesi estivi l’industria abbia iniziato a rimettersi in salute e si preveda una crescita robusta a fine 2021. In particolare, secondo le stime di EY, l’industria manifatturiera italiana si posizionerà tra il +10% e il +15%, recuperando i valori pre-crisi intorno alla metà del 2022, con performance di crescita migliori delle industrie tedesche, francesi e spagnole. Necessario, sottolinea EY, puntare su formazione e competenze per fare in modo che la ripresa sia duratura. Da una analisi di EY e ManpowerGroup emerge come la domanda di oltre l’85% delle professioni attualmente censite cambierà, polarizzandosi sempre di più verso i profili professionali a qualifica medio-alta e alta. Per il 94% delle professioni serviranno investimenti in riqualificazione e riconversione.
"Le persone e le loro competenze, prima ancora del capitale e della tecnologia, sono la leva che consente alle aziende di crescere, innovare e rispondere efficacemente alle mutevoli sfide che si trovano ad affrontare", ha spiegato Andrea D’Acunto, people advisory services leader di EY in Italia. "Oltre il 50% della forza lavoro - ha sottolineato - è occupata in professioni la cui domanda calerà in modo significativo. Per questi lavoratori è urgente mettere in campo sin da subito imponenti investimenti in riqualificazione e riconversione professionale".
Focus poi sull’evoluzione demografica e le ripercussioni economiche. Secondo EY nei prossimi 10 anni circa 3,5 milioni di persone cesseranno di lavorare per il raggiungimento dell’età pensionabile, "ponendo seri dubbi - sottolinea l'analisi - sulla stabilità del sistema nel medio-lungo termine, dal punto di vista economico, previdenziale e sociale". Uscite che potrebbero essere compensate valorizzando il lavoro femminile e dei giovani, ma al momento i tassi di attività femminile in Italia restano più bassi rispetto all'Europa (58,6% in Italia, contro il 72,1% in EU-27). I giovani Neet invece (ragazzi che non lavorano né studiano) nella fascia 20-34 anni sono il 29,4% in Italia, contro il 17,6% della media europea, il 18,3% della Francia e l'11,1% della Germania. "Dobbiamo focalizzare l’attenzione sulle problematiche strutturali del mercato del lavoro italiano, in particolare la bassa occupazione di donne e giovani. Allinearci ai benchmark europei significa inserire nel mondo del lavoro circa 2,3 milioni di donne e circa 1,2 milioni di giovani", ha osservato Marco Daviddi, strategy & transactions markets leader Europe West di EY.
Tuttavia l'invecchiamento della popolazione può anche creare delle opportunità. Secondo EY i consumi degli over 65 sono stimabili in circa 200 miliardi annui, di cui un 7-10% a sostegno dei nuclei famigliari di figli e nipoti, "ma con potenzialità non del tutto esplorate, in mancanza di una adeguata offerta di prodotti e servizi pensati appositamente per questa categoria di utenti". Per aumentare la produttività dei sistemi di generazione delle competenze, EY sottolinea la grande opportunità rappresentata dai fondi del Pnrr. Allo stesso tempo il Pnrr è l’occasione per incentivare il processo di alfabetizzazione digitale delle persone anziane, così da favorire l’accesso ai servizi.
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EY