NAPOLI - Per le imprese della Campania le opportunità "trainanti" sono "in Asia, negli Usa, ma anche in alcuni mercati dell'Europa avanzata". Queste le linee indicate da Alessandro Terzulli, capo economista di Sace, nel corso del convegno "Re-action" a Napoli.
L'economista ha sottolineato infatti il peso sempre crescente che nell'export campano hanno "mercati a noi più vicini come la Spagna, ma anche, seppure in maniera minore, la Francia, la Germania, il Belgio, la Repubblica Ceca e la Polonia".
Illustrando il rapporto sull'export regionale, Terzulli ha sottolineato che "le imprese esportatrici in Campania sono state le migliori negli anni della crisi - ha detto - nel 2016 l'andamento è stato un po' al rallentatore nel primo semestre, con dati italiani piatti e la Campania del tutto allineata. Ma guardando i risultati disaggregati per comparto, ci sono settori di una certa vivacità, come la farmaceutica, che è uno dei cinque settori trainanti che in tutto costituiscono il 71% dell'export regionale: nei primi sei mesi dell'anno ha fatto registrare un +7%. Segnali positivi arrivano anche dal settore degli parecchi elettrici con un +50% e dai i prodotti agricoli non trasformati che segnano un +5%". In particolare sui risultati dei prodotti agricoli, Terzulli sottolinea che "la fama della Terra dei Fuochi si è dissipata - ha detto - e i prodotti primari campani seguono il trend nazionale che assumerà un peso ancora maggiore in futuro, seguendo la strategia del ministero delle politiche agricole del cosiddetto "quota 50" entro il 2020, ossia un export a 50 miliardi di euro, mentre oggi siamo a 36-37 miliardi".
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