MILANO - Partecipazione record al Salone del Risparmio 2017: secondo i primi dati, la manifestazione dedicata al risparmio gestito chiude la sua ottava edizione chiude con un numero complessivo di visite pari a oltre 13 mila tra operatori del settore e semplici risparmiatori. "Risparmio, investimenti, politiche di sviluppo" il titolo della plenaria di chiusura che ha acceso i riflettori sulle possibilità di crescita per il Paese.
A fotografare lo scenario attuale l'economista Guido Tabellini, docente dell'Università Bocconi. "Per le banche italiane è difficile sostenere la crescita fornendo un credito adeguato all'economia a causa di una quantità elevata di crediti deteriorati" ha spiegato Tabellini sottolineando come nel 2016 il credito delle banche al settore privato non finanziario sia rimasto sostanzialmente piatto. "Risulta difficile immaginare un'accelerazione della crescita che non sia sostenuta da un'espansione del credito ma bisogna trovare altre forme di finanziamento agli investimenti".
Secondo il professore della Bocconi l'Italia fa ancora troppo affidamento all'intermediazione bancaria: "Oggi disintermediare è diventato un obiettivo prioritario e in questo contesto i Pir assumono un valore importante soprattutto per gli incentivi fiscali mirati che sono in grado di offrire". A condividere il valore dei Pir e la loro capacità di offrire nuova motore alla crescita dell'economia italiana gli ospiti della tavola rotonda: a partire da Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria che ha sottolineato: "Il vero incentivo che spinge gli italiani a investire nei Pir è l'idea di far crescere il Paese". Carmine Di Noia (Commissario Consob), Giordano Lombardo (Chairman Pioneer Investments) e Antonello Piancastelli (Direttore Generale Fideuram) hanno fatto appello all'industria di gestire in modo responsabile lo sviluppo dei piani individuali di risparmio, capaci di avviare un circolo virtuoso non solo per il settore del risparmio gestito ma soprattutto per l'economia reale.
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