Decine di migliaia di manifestanti sono tornati in piazza il 9 marzo in Bahrein, vicino alla capitale Manama, per chiedere riforme politiche in risposta ad un appello lanciato da un leader religioso sciita, un anno dopo la repressione di analoghe proteste. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira citando testimoni. Un filmato su Internet ha mostrato i manifestanti che innalzavano cartelli in cui denunciavano la "dittatura" nel Paese e chiedevano il rilascio dei detenuti.
Lo sceicco sciita Isa Qassim, durante il suo sermone alla preghiera del venerdì nel villaggio di Diraz, aveva invitato la popolazione a tornare a manifstare per le sue "giuste richieste" di democrazia, aggiungendo che su queste "non è possibile fare compromessi". Un fotografo dell'agenzia Reuters ha parlato di una partecipazione di "oltre centomila persone" alla manifestazione, mentre Nabil Rajab, presidente del Centro del Bahrein per i diritti umani, l'ha definita "la più grande manifestazione" nella storia del Paese. "Il messaggio - ha aggiunto Rajab - è che la popolazione non è contenta del governo. Abbiamo richieste chiare: fine della discriminazione, una redistribuzione della ricchezza e del potere e rispetto della convenzione internazionale sui diritti umani".
Migliaia di poliziotti, secondo l'attivista, sono stati schierati per circondare l'area dove si svolgeva il raduno. Le proteste che investirono il Paese lo scorso anno, in seguito alle sollevazioni in Tunisia e in Egitto, videro protagonista la maggioranza sciita della popolazione, governata dalla dinastia sunnita degli Al Khalifa. Le autorità misero fine alle manifestazioni con l'aiuto delle truppe inviate dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti.