La Shoah non fu accettazione passiva di un atroce e folle disegno: gli ebrei si ribellarono e arrivarono anche a prendere le armi contro i loro carnefici. A questo tema, cioé alla Resistenza ebraica e alle rivolte nei ghetti e nei campi di sterminio, è stato dedicato il Giorno della Memoria 2013.
Il tema della Shoah "é un tema che mi sta molto a cuore e che é molto cresciuto nella coscienza nazionale" ha detto il ministro per l'Integrazione e la Cooperazione, Andrea Riccardi, presentando. "Quest'anno - ha spiegato Riccardi - la giornata è dedicata agli ebrei che resistettero con le armi ai nazisti. E' importante far conoscere ai giovani aspetti meno noti della storia della distruzione degli ebrei in Europa. E' giusto ricordare chi partecipò alla Resistenza europea e italiana". Una scelta, quella del tema di quest'anno, che deriva anche dalla concomitanza con il 70.mo anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia del 1943. Una rivolta, ha sottolineato lo storico della Shoah Marcello Pezzetti, che non è stata l'unica fatta dagli ebrei.
"Non è vero, come dicono alcuni, che gli ebrei si sono fatti mandare al massacro come pecore" ha detto, spiegando che le ribellioni nei ghetti erano cominciate già nel 1942, per poi sfociare nelle rivolte del '43 e del '44, non solo nei ghetti ma anche nei campi di sterminio. Una rivolta che "é stata prima civile, ad esempio facendo fuggire i bambini o insegnando loro la lingua ebraica, e poi armata".
Le foto sono tratte da una mostra sulla vita nei ghetti organizzata nel 2012 al Vittoriano di Roma