Non si prevedono tagli per la ricerca: lo ha detto il ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Stefania Giannini, nel forum organizzato dall'agenzia ANSA. ''Si lavora per trovare delle possibili riduzioni di costi intermedi: è questo il capitolo su cui abbiamo agito''. Certamente, ha aggiunto, il finanziamento di 1,7 milioni per gli enti pubblici di ricerca ''non è tantissimo - ha osservato il ministro - e comprende le spese per il personale''.
''Sarebbe bello poter contare sul rinforzo di questi fondi'', ha proseguito il ministro specificando che "nessuno pensa a tagli: sarebbe contraddizione culturale e politica". Per quanto riguarda la ricerca, ha detto ancora Giannini, ''mi aspetto di affrontare questo tema con la stessa sistematicità e collegialità con cui abbiamo affrontato il tema dell'istruzione''. Sono due, per il ministro, ''i punti fondamentali perchè la ricerca italiana acquisisca la libertà di movimento e la competitività internazionale che qualche volta manca a livello di sistema''. Il primo punto, ha precisato, ''è la politica di reclutamento: la ricerca è creatività e si punta reclutare giovani con un piano di assunzioni: è un tema che lo stesso presidente del Consiglio citò nella prima conferenza''. Il secondo punto consiste nel ''dare alla ricerca regole di funzionamento che servono per essere competitivi nel mondo: regole relative ad assunzioni, avanzamenti di carriera e chiamate dirette dall'estero'': esigenze, queste, che non sono in sintonia con le regole della pubblica amministrazione. ''Questi - ha aggiunto - sono i due punti sui quali si dovrà aprire il dibattito e fare un lavoro importante. L'obiettivo è creare condizioni di ricerca favorevoli, facili, semplici''. Per questo, ha concluso, ''nel decreto sulla Pubblica amministrazione si è scelto di non inserire il capitolo ricerca: verrà affrontato successivamente nei programmi del governo''
"Mi aspetto un dibattito molto vivo, senz'altro con una componente di critica, perché i temi che abbiamo toccato non sono temi marginali. Abbiamo messo il dito nella piaga", soprattutto per quanto riguarda il tema del precariato. Così il ministro a proposito delle novità in vista per la scuola. "L'Italia è il Paese in cui si è riusciti a stabilizzare il precariato, non nel senso delle assunzioni, me nel fatto che è diventato una condizione permanente".
"I cardini del progetto sono quelli e quelli restano", aggiunge il ministro riferendosi alla riforma della scuola. "Certamente - ha sottolineato - ci sono piccoli dettagli e aspetti migliorabili".
"Abbiamo toccato temi nevralgici e anche per questo il dibattito è molto vivace. Al primo posto l'assorbimento del precariato storico: per noi è essenziale che ci sia certezza su chi insegna nel corso di un ciclo scolastico. Altro tema caldo l'avanzamento in carriera legato al merito". Così Giannini risponde alla domanda del direttore dell'Agenzia, Luigi Contu, sulle critiche sollevate dalla riforma dell'Istruzione.