Sono passati più di vent'anni da quando, nell'agosto del 1991, 20mila albanesi fuggirono dalla miseria e instabilità dal loro Paese approdando in Italia a bordo della motonave 'Vlora'. Quelle drammatiche immagini fecero il giro del mondo. Da allora però il Paese delle Aquile ne ha fatta di strada, e alla vigilia dell'ingresso in Ue, promuove joint-venture commerciali e finanziarie, iniziative culturali e, ovviamente, il turismo, che sta lentamente divenendo un flusso costante. Il kanun è ancora un terribile dramma, ma in zone limitate del Paese, e per il turista che andasse in Albania rimarrebbe una leggenda raccontata a bassa voce, quasi nascosta, per pudore, con vergogna talvolta, dai giovani e meno giovani a cui si chiedesse.
Il Paese delle Aquile è una nazione naturalisticamente bellissima, dalla popolazione ospitale, e dalle mete quasi del tutto sconosciute alla stragrande maggioranza degli italiani, così vicini e così affini (tutti in Albania parlano italiano e conoscono le nostre vicende) ma ancora per molti versi così distanti. E del retaggio del Kanun, tra la gente comune, è rimasta forse solo la parte migliore, cioè la sacralità dell'ospite. Un viaggio in Albania offre la visita di rare antichità come i resti preistorici, greci e romani di Butrinto, la colonia illirica di Apollonia, le splendide coste (famosa la zona di Dhermi') verso la Grecia, le città ricche di fascino e storia (anche cristiana e italiana) come Berat e Argirocastro. E poi la meraviglia delle incontaminate Alpi albanesi, e la calda ospitalità di un popolo semplice e orgoglioso. Una meta originale nel cuore dell'Europa, che si può compiere in camper o in moto (oggi ci sono moderne strade litoranee) o più velocemente in aereo per poi noleggiare una vettura all'aeroporto di Rinas, dove atterrano diverse compagnie aeree anche low-cost.