Ancora oggi le mutilazioni genitali femminili rappresentano una diffusa, e gravissima, violazione dei diritti umani. Solo in Europa circa mezzo milione di donne e ragazze vivono con le conseguenze fisiche e psicologiche di questa pratica. Il 6 febbraio è la Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili.
Situazione in Europa e nel mondo
Le mutilazioni genitali femminili includono tutte le procedure che modificano o intenzionalmente causano lesioni agli organi genitali femminili per ragioni non mediche. La maggior parte vengono eseguite su bambini sotto i 15 anni. Le cause delle mutilazioni genitali femminili possono essere culturali, religiose o sociale. Tale pratica non è in nessun modo legata alla salute della persona, che non ne trae nessun beneficio.
L'Organizzazione mondiale della sanità stima che ci siano circa 140 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo che hanno subito la mutilazione genitale femminile, soprattutto in Africa e Medio Oriente.
Secondo una risoluzione del Parlamento europeo del 2012, almeno 500.000 donne che vivono nell'Unione europea hanno subito questa pratica e 180.000 sono a rischio di subire mutilazioni genitali femminili nel corso di un soggiorno in un paese in cui tale procedura è praticata. Ogni anno migliaia di donne e ragazze provenienti da questi paesi cercano asilo nell'UE.
Il Parlamento europeo lotta da sempre contro tutte le forme di violenza contro le donne, comprese le mutilazioni genitali femminili. Negli ultimi anni ha adottato diverse risoluzioni sulle mutilazioni genitali femminili: l'ultima nel 2014, invitando la Commissione e gli Stati membri ad un'azione più incisiva.