In un paese come l'Italia, ad alto rischio sismico ma anche idrogeologico e con un patrimonio edilizio vulnerabile, ci si può salvare con la prevenzione - dunque sono fondamentali i fondi da investire - e con la memoria. Ma purtroppo la memoria umana è corta e dopo la tragedia si tende a dimenticare. "Qualcosa però dopo la catastrofe dell'Aquila è cambiato", spiega all'ANSA Nicola Tullo, presidente dell'Ordine dei geologi dell'Abruzzo."Oggi L'Aquila è un laboratorio di ingegneria sismica dove si stanno sperimentando tecniche innovative e migliori, come le fibre in carbonio. E soprattutto si fanno indagini nel terreno per capire come poi costruire o ristrutturare. La città di domani è una città più sicura di quella del passato".
Ma non sta cambiando solo questo. "Già nel decreto Abruzzo 2009 - nota Tullo - il governo stanziò alcuni fondi per la prevenzione che hanno portato a fare in tutta Italia studi di microzonazione sismica, cofinanziati da governo o Regioni. Si tratta solo di un primo livello di conoscenza, ma prima non c'era mai stato neanche questo. Inoltre adesso sono stati stanziati dei primi fondi per la messa in sicurezza delle scuole. E con soldi 'reali' è la prima volta che viene fatto".
All'Aquila dopo il terremoto come a Genova dopo le alluvioni, la gente comune con il tempo tende a dimenticare la catastrofe e i geologi spesso fanno fatica nel fare capire ai proprietari di case che è meglio spendere di più per i carotaggi nel terreno che per le rubinetterie di pregio.
In Italia scarseggia ancora la cultura geologica e della prevenzione, come la consapevolezza della necessità di dover mettere in sicurezza un patrimonio edilizio malato. I geologi sperano che la tragedia dell'Aquila segni un'inversione di tendenza.
Il 6 aprile 2009 morirono nel capoluogo d'Abruzzo, città universitaria, 55 studenti. Erano in quella città per costruirsi un futuro. La migliore gioventù. Abitavano insieme ad altri ragazzi in case in affitto talmente precarie che non gli hanno consentito neanche di uscire per mettersi in salvo dopo la scossa. Sergio Bianchi, il papà di Nicola, una di queste giovani vite spezzate, ha dato vita all'Associazione Vittime Universitarie del Sisma (AVUS) e, insieme alla Fondazione del Consiglio nazionale dei Geologi, ha istituito un Premio di Laurea per la migliore tesi italiana sulla riduzione del rischio sismico. Un'occasione per reagire, dopo una simile tragedia, per dare un senso alla propria vita e alla morte prematura diun figlio in un modo così terribile, e anche perché non accada più quanto avvenuto all'Aquila.
Quest'anno il Premio di Laurea AVUS 2009 è stato vinto da una ragazza iscritta all'Università di Roma Tre, Tatiana Ioppolo, che si è laureata con una tesi sul terremoto in Emilia. La borsa di studio è stata consegnata oggi 5 aprile all'Aquila, alla presenza del sindaco Massimo Cialente, di Sergio Bianchi e di altri familiari delle vittime, del Presidente del Consiglio nazionale dei geologi Francesco Peduto, del presidente della Fondazione Centro Studi del CNG Fabio Tortorici, del presidente dell'Ordine dei geologi Abruzzo Nicola Tullo.
L'appello che i geologi lanciano al governo è quello di continuare sul percorso dei fondi stanziati perché la strada intrapresa è buona ma ancora lunga. La missione è quella di mantenere viva la cultura del terremoto e del rischio idrogeologico attraverso conferenze, convegni e seminari ma anche con giornate nelle piazze, per spiegare alla gente quanto sia importante la prevenzione perché la pericolosità del territorio è accettabile, il rischio no.