E' da oltre un anno che in Parlamento si parla di regolamentazione per legge delle elezioni primarie. Il dibattito è collegato a quello sulla disciplina interna ai partiti e la trasparenza contenuto in una porposta di legge approvata dalla Camera l'8 giugno 2016 ma rimasta poi ferma in Senato.
Poco prima dell'appprovazione di quel testo a Montecitorio, il 31 marzo 2016, un gruppo di parlamntari del Pd presentò un testo per la regolamentazione delle primarie per gli incarichi di sindaco, governatore ma anche di leader di partito. Un'ipotesi opzionale per i partiti ma che, secondo il testo, ove non venga applicata, ha come sanzione la perdita del due per mille e degli sgravi previsti per le forze politiche.
Il TESTO, a prima firma del senatore Andrea Marcucci, è composto di 11 articoli e regolamenta, tra l'altro, il tipo di primarie che possono essere scelte dal partito: aperte, se possono votare tutti; semiaperte, se il diritto di voto è attribuito agli elettori che al momento del voto si dichiarano sostenitori di un soggetto politico e sono registrati in quanto tali in un apposito albo; chiuse, se il diritto di voto è attribuito agli iscritti al soggetto politico promotore.
Secondo il testo le elezioni primariem si svolgono in un solo giorno, anche non festivo, copreso tra il novantesimo e il sessantesimo giorno antecedente il termine previsto dalla legge per la presentazione delle candidature alle elezioni cui le primarie sono riferite. Ciascun elettore non può partecipare alle elezioni primarie di più di un soggetto politico, per la medesima carica e nella medesima tornata elettorale. Le primarie richieste da più soggetti politici per la medesima carica si svolgono nello stesso giorno.
Sul disegno di legge, depositato a Palazzo Madama un anno fa, deve ancora iniziare la discussione in commissione.
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