Silenzio assoluto dal Colle dove si attendono le conclusioni della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati previste per domani. Ma soprattutto si aspetta di vedere come vanno i tentativi notturni di chiudere un accordo tra M5s e centrodestra. Un'intesa che sembra davvero a portata di mano. C'è quindi un riserbo totale che denota come siano ore caldissime e che non bisogna fermarsi alle dichiarazioni davanti alle telecamere, ancora dense di tatticismo. Sarà una notte di riflessione, di attesa e di telefoni bollenti per Sergio Mattarella che con il suo staff cercherà di decriptare le dichiarazioni con le quali Luigi Di Maio ha chiuso questa seconda giornata di esplorazione di Casellati. Compito non facile perchè è chiaro che qualcosa si è mosso tra Salvini e Di Maio, ma non abbastanza. Quel che manca è però possibile. In attesa che la notte porti chiarimento non resta che ipotizzare le scelte che compirà il presidente.
Partendo dalla certezza che Mattarella voglia un Governo di legislatura, che sia anche espressione delle forze uscite "vincenti" dalle elezioni, è chiaro che se oggi si fosse materializzato uno spiraglio, cercherebbe di allargarlo. Come? Intanto proseguendo l'opera di pressione e concedendo qualche giorno in più. Mattarella, questo è evidente, sta decidendo passo dopo passo e la logica conseguenza della sua scelta di stanare la coppia Salvini-Di Maio con l'incarico esplorativo a Casellati sarebbe quella di moltiplicare la pressione con una mossa più forte, come un pre-incarico.
E se la notte portasse frutti non si può escludere che il presidente possa iniziare a puntare sulla carta più produttiva e ultimativa: un pre-incarico a Luigi Di Maio. Perchè Di Maio e non Salvini? Perchè l'asse del Governo ora gira intorno al leader M5s e alla sua premiership. E perchè non è più un mistero che la nascita di un esecutivo ruota intorno allo spessore della presenza di Silvio Berlusconi nel Governo, o ai margini del Governo. Sarebbe molto più complicato per Salvini gestire direttamente una prova di forza contro il Cavaliere. L'unica certezza è che sono ore decisive: solo con pazienza e riservatezza si può arrivare alla quadratura del cerchio. Un errore, un'impuntatura, una parola fuori posto può far saltare tutto. E dietro c'è solo caos e incertezza. La costituzione di un Governo del Presidente o d'emergenza sarebbe ancora più complessa e sarebbe, appunto, una soluzione d'emergenza che il Quirinale non può certo privilegiare.