Non solo i tablet per parlare con casa e fare gli auguri ma anche dei veri e propri 'ricongiungimenti familiari' in corsia. Ai tempi del Coronavirus sta capitando anche questo all'interno dell'ospedale di Cremona, uno dei primi ad essere colpiti dall'epidemia. Proprio in questi giorni, per cercare di alleggerire la solitudine e rendere meno pesante la nostalgia di casa, in tutti i reparti Covid, compreso l'ospedale da campo donato dalla Ong statunitense Samaritan's Pursue, sono stati distribuiti i dispositivi per parlare con i familiari, ma soprattutto gli operatori stanno cercando mogli e mariti ricoverati in stanze diverse per trasferirli in una camera tutta per loro per fare in modo che, superata la fase critica, possano proseguire la degenza un po' come se fossero ritornati tra le pareti domestiche. Così per Pasqua è stata riservata per alcune coppie una doppia sorpresa. Come è capitato a Egidio, 79 anni e Anna, 73 e 51 di matrimonio, separati dal Covid-19 da quando sono entrati prima lui e il giorno dopo lei.
La loro battaglia contro il virus l'hanno combattuta lui in quella che era la divisione di ortopedia e lei nell'ala della week surgery. Quando poi le loro condizioni sono migliorate, lei ha dismesso la mascherina per l'ossigeno, e lui pur indossandola ancora, si è sentito meglio, sono ritornati insieme, quasi come a casa, a spalleggiarsi e a darsi conforto e verranno pure dimessi insieme. Finalmente hanno potuto anche vedere, parlare, e un po' scherzare, con la figlia e la nipotina aiutati da Stefania Ferragni caposala dell'Ortopedia: "L'emozione è stata molta, - riferisce l'operatrice - non sono mancate lacrime e gioia nel rivedere i volti dei loro cari.. Mi sono commossa, anch'io, quasi più di loro".
Riguardo alla distribuzione dei tablet negli ospedali di Cremona e Oglio Po, Giuseppe Rossi, direttore generale della Asst spiega: "E' la prima volta che i pazienti non possono ricevere visite e sappiamo bene quanto il supporto affettivo sia importante. Per questo siamo riconoscenti a tutti i donatori che ci hanno dato la possibilità di creare un contatto, anche visivo, tra chi è ricoverato e i familiari attraverso tablet e cellulari. Li ringraziamo per la loro lungimiranza e attenzione". "In questo periodo caratterizzato dal distanziamento sociale e da un profondo cambiamento dei comportamenti relazionali, - continua Rossi - la tecnologia si sta rivelando fondamentale. E' lo strumento che ci consente di accorciare la distanza, di poter in qualche modo partecipare alla vita delle persone care. Questo vale ancora di più all'interno di un contesto di degenza e isolamento".