Nell'era del coronavirus anche i ricchi piangono e gli tocca perfino stirarsi da soli la camicia. Il dilemma per molti tycoon: mettersi in "lockdown" con lo staff o cimentarsi a fare in proprio, per la prima volta in anni, faccende finora affidate alla servitu'? Peter Mahler, il fondatore di Mahler Private Staffing, una agenzia che recluta personale domestico per tycoon, si e' trovato di recente davanti a un problema che non aveva mai dovuto risolvere: un cliente lo ha chiamato chiedendogli come rimuovere la busta dall'aspirapolvere. Il Wall Street Journal, il cui "zoccolo duro" di lettori annovera capitani d'industria, finanzieri e eredi di fortune miliardarie, ha puntato i riflettori sulle opzioni riservate ai super-ricchi per restare immuni dalla pandemia mantenendo il tenore di vita a cui erano abituati fino a poche settimane fa. Per chi ha deciso di mandare il personale di servizio a casa e' un po' come tornare a scuola: "Alcuni si trovano alle prese con problemi domestici che non avevano affrontato in decenni", ha detto Mahler alla bibbia della finanza. Non tutti se la sono sentita. Il 40 per cento clienti di Mahler Private Staffing ha deciso di mettersi in lockdown con almeno un paio di "collaboratori familiari" a cui sono stati dati incentivi finanziari, anche del 30 per cento in piu' del regolare salario, per andare a vivere con la famiglia evitando pendolarismi che metterebbero tutti a rischio contagio. Martha Stewart ha optato per questa opzione chiudendosi nella sua tenuta di Bedford in New Jersey con autista, cameriera e giardiniere: "I miei tre detenuti", ha detto la regina della domesticità che di prigioni se ne intende avendo passato nel 2004 cinque mesi dietro le sbarre per insider trading.