"Eroi dell'informazione": Reporters sans frontières (RSF) ha pubblicato oggi una lista di 30 tra giornalisti, media e lanciatori d'allerta che hanno contribuito attraverso il loro lavoro a salvare vite umane in piena pandemia da Covid-19, a volte al prezzo di pesanti conseguenze personali.
Secondo RSF, questi "eroi dell'informazione" provenienti dai cinque continenti si sono distinti nella loro lotta per la libertà della stampa in un momento di crisi eccezionale.
Pubblicando informazioni affidabili sulla gravità della pandemia o denunciando le disfunzioni nella gestione del virus da parte delle autorità "hanno contribuito a resistere alla censura e a lottare contro la disinformazione galoppante che mettono in pericolo la salute delle popolazioni", avverte RSF.
Alcuni di questi eroi l'hanno pagata a caro prezzo, con rappresaglie diverse, tra cui carcere e minacce. Tra i "30 eroi", c'è il medico cinese Li Wenliang che "per primo ha avvertito il mondo sugli inizi di un'epidemia fulminante" o l'avvocato Chen Qiushi che attraverso il suo blog ha denunciato il "caos che regnava negli ospedali di Whuan". "Il primo è morto per Covid-19. Il secondo è stato posto in quarantena forzata e non è più riapparso", deplora RSF. Nella lista ci sono anche il vignettista Ahmed Kabir Kishore che rischia la prigione a vita per i disegni in cui denuncia la corruzione o la 'reporter coraggio' dell'Afghanistan, Anisseh Shahih, che nonostante il propagarsi dell'epidemia ha continuato ad informare senza tregua. I reportage sull'attentato contro l'ospedale di Kabul in piena pandemia, sulla cattiva gestione della crisi sanitaria e sui colleghi contaminati, sono altrettanti esempi di professionalità scrive l'Ong con sede a Parigi. Nominato eroe, tra gli altri, anche il reporter Vijay Vineet, che rischia 6 mesi di carcere in India o il corrispondente del New York Times a Pechino, Chris Buckley, il cui visto non è stato rinnovato "per la prima volta in 24 anni".