E' la sesta Champions del Bayern Monaco, la favorita che si conferma tale, un autentico schiacciasassi che torna sul torno d'Europa dopo aver vinto tutte e undici le partite che ha disputato, prima e dopo la pandemia, in questa edizione così particolare. il destino è ingrato per il Paris SG, il club ricco sfondato degli sceicchi che ha speso un miliardo e duecento milioni di euro per collezionare campioni e poi è stato trafitto da un ragazzino cresciuto nel suo vivaio (esordì in prima squadra a 16 anni e 8 mesi), Kingsley Coman, che venne portato via dalla Juventus e ora ha trovato consacrazione definitiva in Baviera. Per il Bayern, che con sei coppe raggiunge il Liverpool che la sua sesta l'aveva vinta l'anno scorso (con un allenatore tedesco), è una stagione trionfale, Triplete come già gli era riuscito nel 2013 e tanti saluti a chi, dopo l'esonero di Kovac e l'arrivo di Flick aveva pronosticato una stagione avara di soddisfazioni. Invece raramente si era vista una macchina da calcio così efficace, anche quando il suo micidiale bomber Lewandowski rimane a secco: a risolvere la finale del Da Luz ha pensato Coman, con un colpo di testa al 14' st su cross di Kimmich, e al termine di una bella azione corale, una delle tante dei bavaresi durante questa Final Eight di Lisbona dominata. Così dopo aver annichilito Messi e il Barcellona e superato con tre reti di scarto il Lione, i bavaresi hanno distrutto il sogno del Paris SG, la cui delusione si trasforma nel pianto a dirotto di Neymar e Paredes a fine partita. O Ney sognava un Pallone d'oro almeno virtuale (quest'anno France Football non lo assegnerà) grazie a quel trionfo per inseguire il quale ha lasciato Barcellona per Parigi, invece dovrà riprovarci. Questa sera non è stato all'altezza, anche se ha tirato fuori un paio di colpi dei suoi, e nemmeno l'altro fuoriclasse Mbappè, in non perfette condizioni, lo ha assistito. La differenza è stata proprio questa: i due fenomeni, e anche Di Maria, questa volta non sono riusciti a fare la differenza e forse si è sentita l'assenza di un Cavani, ovvero un attaccante vero, ma il Matador ha deciso di lasciare Parigi a fine giugno e ora cerca ricchi contratti altrove.
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