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I big del tennis in rivolta, no alle nuove palline

I big del tennis in rivolta, no alle nuove palline

'Troppo leggere e causa di infortuni al braccio', non piacciono

TORINO, 12 novembre 2024, 18:34

di Erika Petromilli

ANSACheck
© ANSA/EPA

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Sono troppo leggere e causano infortuni al braccio. I big del tennis mondiale si scagliano contro le nuove palline da gioco.

Dopo la plateale protesta di Daniil Medvedev a Shanghai, che aveva criticato pesantemente la qualità delle palle, il tema torna di attualità anche alle Atp FInals di Torino.

La voce più autorevole ad alzarsi è stata quella di Alexander Zverev, numero 2 al mondo e membro del 'Player Council' (il consiglio dei giocatori, ndr), che senza tanti giri di parole ha detto: "Dall'epoca della pandemia sono peggiorate, sono diventate molto più lente. Ecco perché molti giocatori ora hanno problemi al gomito e molti al polso". Il motivo, ha spiegato, "è che, a causa del Covid, le aziende hanno cercato di tagliare i costi e ora stanno usando un materiale di gomma diverso, che rende le palline tra il 30% e il 60% più lente in media rispetto a prima".

"Ciò che accade ora con le palline - ha osservato ancora - è che non trattengono l'aria e la pressione. Io non mi lamento, sono il numero 2 al mondo, ho avuto una stagione grandiosa, ma penso che a lungo termine per la salute dei giocatori sia un grosso problema". Aggiunge Daniil Medvedev: "Alcuni giocatori come me non sono soddisfatti delle palline, dopo il Covid sono cambiate. Nel 2022, il mio anno peggiore, ho dovuto cambiare le corde con altre più morbide, così la mia pallina andava più veloce perché non riuscivo più a fare un vincente. Ha funzionato bene. Sono sempre stato in grado di restare nello scambio più a lungo di molti dei miei avversari. Ma ora tutti possono farlo. Non importa quanto sei alto, quanto sei scarso nei movimenti, quanti errori non forzati puoi fare. Il mio punto di forza è stato danneggiato, è una sensazione dura, è uno svantaggio per me.".

Sul tema è intervenuto anche Andrey Rublev: "Da quando ho iniziato a giocare - ha detto - non so se i campi sono cambiati o le palline, ma qualcosa è cambiato. Forse entrambi. È dura controllarle. Senti di fare più o meno gli stessi colpi ma la palla vola in modo diverso". Un cambiamento che, secondo lui, incide sul tipo di gioco che si vede oggi in campo. "In passato - ha ricordato --, non so se erano le palle o altro, ma c'erano davvero tante palle buone. La sensazione era che più acceleravi più controllo avevi. Ora a volte acceleri e la palla va alla grande mentre la palla successiva può andare invece 5 metri fuori. Succede a tutti i giocatori, immagino che sia per questo che molti si lamentano".

Sollecitato sul tema anche il norvegese Casper Ruud ha concordato sul fatto che "le palline forse non durano più come una volta" e ha confermato che spesso sono "troppo morbide e grandi. Vediamo cosa succederà in futuro - ha concluso -, penso che forse ci sia bisogno di un po' più di consistenza". Per Alex De Minaur, infine, "in un mondo ideale si dovrebbe giocare ovunque con le stesse palline, in questo modo ci si libererebbe di tutte le lamentele o di doversi abituarsi a condizioni differenti ogni volta, e si eliminerebbe il rischio di infortuni". 

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