Nonostante i 253 minuti di durata e l'ambientazione, un appartamento di 100 metri quadri affollato di personaggi e con un solo bagno, a Bucarest, sono piovuti gli applausi ieri sera per Sieranevada (SCHEDA ANSA CINEMA), film del del regista romeno Cristi Puiu. Il regista de 'La morte del signor Lazarescu' (Prix a Un Certain Regard), ha portato infatti in concorso a Cannes una sorta di affresco della Romania post Ceausescu, entrando nel cuore di una famiglia piccolo-borghese alle prese con la ricorrenza di un defunto. E questo all'indomani della strage di Charlie Hebdo. Protagonista il giovane medico Lary (Mimi Branescu) che insieme alla bella moglie (Dana Dogaru) va nella casa materna dove si sta allestendo il tradizionale pranzo commemorativo per la morte del padre. Una di quelle occasioni in cui si incontra un bel pezzo di famiglia, in genere poco frequentata, con cui si è costretti a convivere, almeno per il breve tempo della cerimonia (come capita sempre anche per matrimoni e battesimi). Cosa accade in questa casa? Piccole tragedie familiari, tradimenti venuti alla luce, visioni politiche contrastanti, gente presa da malore. E questo in attesa dell'arrivo del sacerdote e con la fame, vero carburante di liti annunciate, che monta su tutti. Lary, quarant'anni, dottore in medicina, dovrà affrontare questa umanità affamata che gli propone la propria visione del mondo, ancora spesso ammantata di comunismo. Si parla di tutto ciò che sta dietro l'11 settembre, ovvero di tutti i complotti possibili, della strage di Charlie Hebdo, insomma di politica e storia recente come delle guerre non dichiarate che si vivono in ogni famiglia. E tutto questo con grande ironia.