21 GENNAIO
Sette giorni al voto sul Colle e Matteo Renzi pone una distanza fisica tra sé e l'arroventato clima politico che si respira a Roma. Dal World Economic Forum di Davos guarda con un certo distacco le cose che succedono: l'Italicum blindato al Senato grazie ai voti, essenziali, di Forza Italia; Bersani che arringa i 140 parlamentari di tutta le minoranze Pd riunite alla Camera ("E' pericoloso dare dei parassiti alla minoranza"); i fittiani che si agitano; Berlusconi e Alfano già pronti ad avanzare il loro candidato (di 'bandiera') al Quirinale: Antonio Martino.
"Chi vuole interrompere le riforme non ce la fa", commenta lapidario il premier, ancora più motivato ad andare avanti. Domani vedrà a Firenze Angela Merkel. Intanto la riforma del Senato, l'Italicum con il premio di lista al primo partito (il suo Pd al 55%?) e il profilo di "arbitro super partes" che ha in mente per il Quirinale sono tutti tasselli che vanno a definire meglio il suo ruolo di premier forte (magari con un Capo dello Stato meno ingombrante, come in Germania). "Nella parata di Parigi con tutti i capi di Stato e di governo per Charlie, Renzi ha avuto la percezione che ormai è lui l'immagine dell'Italia nel mondo", raccontano nella maggioranza.
"Dalla prossima settimana il Pd incontrerà gli altri partiti di tutto l'arco costituzionale", dice in apparenza tranquillo Renzi. I conti fatti sulla falsariga dei numeri sull'Italicum confermano che un nuovo Presidente può essere eletto al Quirinale senza difficoltà al quarto o quinto voto (probabilmente sabato 31). E a chi già parla della necessità di un Renzi-bis, di un 'governo del Nazareno' con Berlusconi, per ora Renzi spiega che la maggioranza sulle riforme e anche quella sul Presidente "garante" di tutti "si fanno nel modo più largo possibile". E sono cosa diversa dalla maggioranza di governo. Ma il primo semaforo verde alla 'riforma delle riforme' renziana, non offre alcuna garanzia su quello che accadrà per il Quirinale, dove il voto segreto può incoraggiare i franchi tiratori Pd e Fi. Con quali voti sarebbe eletto il nuovo Presidente? Quali macerie resterebbero sul campo? Per questo nel borsino dei 'quirinabili' oggi salgono nomi come Dario Franceschini ed Anna Finocchiaro, Dem graditi anche a Berlusconi, che vuole "un Capo dello Stato non ostile". Ma il grande gioco del Quirinale è appena iniziato e Renzi lo sa. "In discesa non c'e' mai niente nella politica italiana", chiosa dalla Svizzera innevata.