22 GENNAIO
Strana giornata, quella di oggi. Si posano le polveri della battaglia di ieri, sembra che tutti abbiano voglia di riprendere fiato per ricominciare da lunedì a battersi sul Quirinale. Ma il mondo è a testa in giù, dopo che Matteo Renzi ha zittito il suo partito e l'Italicum è passato con i voti di Forza Italia, sostitutivi di quelli del Pd. La battaglia navale sul Colle continua, ma i nomi da colpire ed affondare si mischiano tra i partiti. Ci si aspetterebbe che una donna del Pd come Anna Finocchiaro trovasse il pieno sostegno di Rosy Bindi. E invece non solo la Bindi fa capire che non è così, ma afferma ad Omnibus che questa legge elettorale "consegnerà al Pd la vittoria sicura alle prossime elezioni". Basita la conduttrice obietta che il Pd è il partito della Bindi. "Mi interessa il futuro della democrazia", risponde lei.
E' il centrodestra invece a spianare la strada alla Finocchiaro, che non dispiace a Berlusconi. Il premier continua a tenere distinte riforme e maggioranza di governo, Colle e legge elettorale. Ma invece tutto si tiene, a sette giorni dal primo voto del Parlamento per il nuovo Presidente. Una miscela esplosiva, che rischia di far implodere ogni accordo. Per questo, raccontano, Renzi tiene coperto il 'nome vero' che ha intenzione di fare al Pd, impegnandosi a ricucire in qualche modo perché non può certo permettersi che la vulgata della nuova "maggioranza del Nazareno" vada troppo oltre. A Silvio Berlusconi dispiace molto che il premier lo tenga sul filo. Raccontano che sia indispettito dal fatto che, ad una manciata di giorni dal voto, dopo il soccorso azzurro all' Italicum, di nomi veri Renzi non gliene abbia fatti, glissando invece su Amato e Casini, proposti dai moderati. Il Cav sonda tutti i possibili interlocutori, per capire se realmente possa fidarsi.
E intanto esclude dal toto-Quirinale ministri del governo come Franceschini, Padoan o Gentiloni, pronto invece a cedere a Renzi il diritto di non spaccare il suo partito, avanzando un nome Pd. Per questo nel borsino di oggi riprendono quota candidati ex Ds che fino a pochi giorni fa sembravano tagliati fuori dalle candidature forti di Amato e Mattarella. Il nome della Finocchiaro risale, ma tornano su anche Fassino e Veltroni. Da registrare anche l'infittirsi del pressing grillino, che pretende nomi da mettere sul web per le quirinarie, denunciando "una guerra tra bande per il Colle". Intanto il premier tiene le carte coperte e se ne va a Firenze, dove offrirà alla Merkel pappa al pomodoro e ribollita. Senza mai disattivare il suo pallottoliere mentale per il Colle. "Perché alla fine il candidato di Matteo sarà quello che mette in colonna piu voti e lo fa vincere", chiosa un renziano.