Prima il Pd, poi gli altri partiti.
Poi, a poche ore dall'inizio delle votazioni, ancora il Pd, per chiudere. E' lo schema delle consultazioni delineato da Matteo Renzi per arrivare alla scelta del nome del nuovo presidente della Repubblica. Un metodo per arrivare a individuare una figura che raccolga la più ampia condivisione in Parlamento.
Inizierà lunedì il "giro di orizzonte" in vista del voto per il Colle. Alle 9 del mattino, nell'Auletta dei gruppi di Montecitorio, Renzi riunirà i 307 deputati del Partito democratico. Subito dopo, alle 12, a Palazzo Madama vedrà i 108 senatori dem. Perché è dal Pd, ha sempre assicurato il segretario-premier, che partirà il percorso di "ascolto" per delineare l'identikit del nuovo inquilino del Colle.
Per martedì, con una pausa in corrispondenza del voto finale sulla legge elettorale al Senato, si stanno fissando gli incontri con gli altri partiti, di maggioranza e opposizione.
L'idea sarebbe quella di chiudere in giornata, ma potrebbe esserci una 'coda' anche mercoledì mattina. Nei colloqui Renzi sarà affiancato dalla 'delegazione' da lui stesso individuata all'interno del Pd. E composta dai vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, dai capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda e dal presidente Matteo Orfini.
Giovedì mattina, a poche ore dalla prima votazione prevista alle 15, il presidente del Consiglio incontrerà infine l'assemblea dei grandi elettori Pd (deputati, senatori e delegati regionali). L'incontro dovrebbe tenersi in un centro congressi nel cuore della capitale, in via Alibert. In quella occasione, Renzi darà l'indicazione di voto per i primi scrutini e, forse, il nome del suo candidato ufficiale alla presidenza della Repubblica.