Matteo Salvini a sorpresa vede per oltre un'ora Giuseppe Conte e Maurizio Lupi. Il leader della Lega ha deciso di riprendere l'iniziativa forse stanco di aspettare la decisione di Silvio Berlusconi che pure oggi ha fatto sapere che scioglierà la riserva entro domenica sera, cioè alla vigilia del primo voto dei Grandi elettori.
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Immediatamente in ambito parlamentare l'attivismo di Salvini è stato letto come un tentativo di smuovere le acque nel centrodestra a ridosso della prima chiamata prevista per lunedì alle 15. Ma fonti della Lega hanno successivamente precisato che sul Quirinale resta il ruolo determinante di Silvio Berlusconi. Si tratta comunque di una mossa che sicuramente deflagrerà nel Movimento alle prese con uno psicodramma interno che ben riflette le diverse anime Cinque stelle in questa fase. In serata è prevista un'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari che sostanzialmente doveva decidere la linea rispetto all'ipotesi di uno spostamento di Mario Draghi da palazzo Chigi al Quirinale. Ma ora il movimentismo di Salvini porrà nel menù delle discussioni altre opzioni che non aiuteranno Giuseppe Conte nel suo tentativo di imporre una linea unitaria per quello che resta sempre il primo gruppo parlamentare e quindi determinante per la scelta del nuovo capo dello Stato. Naturalmente non è dato sapere se il leader della Lega abbia già un nome in mente (crescono i rumours su un candidato donna come Casellati o Morattti) ma certamente lo tiene ben coperto anche perchè la reazione di Berlusconi può essere imprevedibile. Qualche giorno fa Vittorio Sgarbi aveva confidato che il Cavaliere, oltre a lui stesso, avrebbe avuto una preferenza per la conferma di Sergio Mattarella. L'attuale presidente della Repubblica però insiste nel confermare di essere fuori dai giochi ed anche oggi lo ha garbatamente ricordato parlando al Csm. Se si volesse fare una sintesi del quadro politico a quattro giorni dal primo voto dei Grandi elettori si potrebbe dire che la confusione regna sovrana in Parlamento.
Veti, paure ed incertezze hanno caratterizzato anche questa giornata che ha visto il premier Mario Draghi silenziosamente al lavoro su un tema caldissimo come quello dei ristori e del caro bollette. In queste ore infatti tutto ruota intorno al governo piuttosto che al Quirinale. Se l'ipotesi Draghi rimane assai complessa è proprio per la difficoltà di garantire ai parlamentari un patto di legislatura che possa dare certezza di non andare ad elezioni anticipate. Un rebus che rimane tutto in piedi anche con un candidato alternativo. Neanche il Pd sfugge dagli interrogativi interni e il segretario Enrico Letta si è limitato a ribadire che serve un candidato super partes e che non deve essere espressione del solo centrodestra. In questo clima per la prima volta nella storia della Repubblica potremmo vedere alcuni Grandi elettori votare dalla macchina: si sta materializzando infatti l'ipotesi di allestire nel parcheggio di Montecitorio un drive-in per permettere il voto anche a coloro che lunedì prossimo siano positivi o in quarantena.