Non sono ancora spenti a Padova i riflettori sull'esito del primo turno, che già si aprono nell'area del centrosinistra i primi spiragli per arrivare a delle intese per bloccare al leghista Massimo Bitonci la strada del ritorno alla guida di Palazzo Moroni, da dove era stato costretto a uscire nel novembre scorso dopo le dimissioni di 17 dei 32 consiglieri con uno scontro interno alla maggioranza. Un "trauma" politico che aveva portato al commissariamento del Comune. Bitonci va al ballottaggio forte del 40,2% delle preferenze. "E' un ottimo risultato. Il centrodestra - dice - ha fatto il miglior risultato di tutta Italia e un elettore su quattro ha votato la mia lista, che da sola ha preso 11 punti più di un partito come il Pd". Sul piano dei numeri, 21.500 persone hanno votato la Lista civica 'Bitonci sindaco' (24,1%), mentre Lega e Fi sono a 6,6% e 3,9%. A contrastare la sua corsa ci sarà Sergio Giordani, candidato in area Dem, che ha superato con il 29,2% dei voti Arturo Lorenzoni, alla guida di civiche, al 22,8%. Quarto con il 5,2% Simone Borile, candidato M5S che alle "comunarie" di marzo aveva avuto 108 preferenze. Se la sfida tra il politico-amministratore, prima di Padova ha retto le sorti della vicina Cittadella per dieci anni, e l'imprenditore, ex presidente dell'Interporto, era data come molto possibile alla vigilia del voto, l'esito delle urne ha messo sul piatto le oltre 22mila preferenze raccolte dalle due liste di Coalizione Civica di Lorenzoni. Un'area di voto che guarda a sinistra sentita molto vicina da Giordani. "Ha fatto - dice della Coalizione - un buon risultato e sono contento perché individuo la possibilità di una collaborazione. I nostri programmi sono quasi uguali, non vedo problemi". "La nostra - spiega Giordani - è una bella accoppiata: io faccio l'imprenditore e Lorenzoni fa il professore. L'ho sempre ritenuto una risorsa molto importante per cui non vedo nessun problema. A Padova sei cittadini su dieci hanno chiesto il cambiamento, per cui bisogna assecondare il desiderio dei padovani e cambiare". Lorenzoni, docente di Economia dell'Energia all'Università di Padova, espressione di un "riformismo partecipato" che non ha tessere di partito, ha la delusione di non essere andato al ballottaggio e una certezza: "ci vuole molto senso di responsabilità per cercare di proporre a Padova un governo chiaro, vicino ai bisogni e fortemente alternativo alla visione chiusa e divisiva di Bitonci". La possibilità per una intesa con Giordani, insomma, sembra esserci, ma la parola finale potrebbe arrivare domani sera dall'assemblea dei sostenitori di Coalizione Civica chiamati a sciogliere il nodo del voto del 25 giugno.