I casi Parma e Genova, l'astensionismo, il ritorno del bipolarismo e il flop dei 5 stelle, al centro dell'analisi del voto dell'Istituto Cattaneo usando il cosiddetto "modello Goodman".
IL CASO GENOVA - Rispetto a 5 anni fa "l'elettorato che in quell'occasione premiò il candidato di centrosinistra Doria si riversa in maggioranza sul nuovo candidato di questo schieramento, Crivello, ma perdite di un certo rilievo sono subite a favore del non voto (5,8% del corpo elettorale) e del candidato pentastellato Pirondini (3,4% del corpo elettorale)", sottolinea l'analisi che osserva: "Queste perdite - sommate al fatto che l'esponente del centrodestra Bucci mantiene solidamente l'elettorato del proprio schieramento e fagocita quasi per intero anche quello del candidato che nel 2012 si presentò sotto le bandiere della Lega (Rixi) e buona parte di quello del "civico" Musso oltre a piccole fette di altra provenienza - hanno determinato un ribaltamento di forze tra centrosinistra e centrodestra". Infine, "l'elettorato che nel 2012 scelse il pentastellato Putti ora dà in maggioranza la preferenza al nuovo candidato del partito di Grillo (Pirondini), ma ci sono quote che si disperdono in varie direzioni, in particolare l'1,4% del corpo elettorale premia gli ex 5 stelle (Putti e Cassimatis) e l'1,8% premia il candidato di centrodestra".
IL CASO PARMA - Federico Pizzarotti ha espanso il proprio elettorato in modo trasversale: soprattutto ai danni del centrosinistra, ma anche a destra. Lo rileva un'analisi dei flussi fatta dall'Istituto Cattaneo sui voti di Parma, sia rispetto alle comunali del 2012, sia rispetto alle politiche del 2013. Un'indicazione importante in vista del ballottaggio del 25 giugno, quando il sindaco uscente, che parte dal 34,7%, se la vedrà con Paolo Scarpa, del Pd, staccato di appena due punti percentuali. La composizione dell'elettorato di Pizzarotti, secondo l'analisi curata da Rinaldo Vignati, è dunque in parte diversa rispetto al 2012: oggi si nutre di una rilevante componente proveniente dal centrosinistra, mentre l'elettorato del Pd e quello del candidato di centrosinistra del 2012 mostrano un grado rilevante di infedeltà. L'analisi si è concentrata anche sui voti del Movimento 5 Stelle, il cui candidato si è fermato al 3%. Gli elettori che nel 2012 avevano scelto Pizzarotti si sono praticamente divisi in due, tra chi ha rinnovato la fiducia al sindaco (è il 4,7% del corpo elettorale) e chi ha preferito astenersi (il 5,5% del corpo elettorale). In altre direzioni (compreso il candidato cinquestelle) sono andate solo briciole.
I casi Alssandria, Pistoia, Piacenza, Padova, Spezia - "Il bacino dei candidati di centrosinistra ha subito, in diverse città, significative perdite verso l'astensione. Dal bacino di centrosinistra si notano inoltre flussi diretti verso altre forze politiche. In secondo luogo, nelle città considerate, il centrodestra ha saputo mantenere maggiormente serrati i propri ranghi. Per quel che riguarda, infine, il bacino dei candidati M5s si osserva una dispersione in tante direzioni diverse". E' quanto sottolinea l'istituto Cattaneo alla luce dell'analisi dei flussi di voto a Alessandria, Pistoia, Piacenza, Padova e La Spezia. "Ad Alessandria la candidata del centrosinistra Maria Rita Rossa, ripresentandosi al voto, mantiene la gran parte del suo elettorato del 2012 con lievi perdite verso il candidato di centrodestra, verso il candidato "grillino" e verso i candidati "civici" ma non, a dispetto di quanto accade nelle altre 4 città analizzate, verso l'astensione. "Il bacino del candidato 2012 del M5s (Malerba) in prevalenza si riversa sul nuovo candidato M5s (Serra) cedendo qualcosa al centrodestra. Allo stesso tempo, Serra rosicchia qualcosa al centrosinistra", spiega l'Istituto Cattaneo che aggiunge: "Gli elettori che nel 2013 votarono per il M5s si sono oggi dispersi in tante direzioni diverse: astensione, candidato grillino, candidato di centrodestra e candidato di centrosinistra". A La Spezia si registra "la consistente perdita verso l'astensione del bacino del candidato di centrosinistra (nel 2012 era Federici). Da questo bacino si osservano inoltre uscite di flussi significativi anche verso il più diretto avversario (Peracchini del centrodestra) e verso il candidato del M5s (Del Turco)", spiega l'Istituto sottolineando come Peracchini abbia attinto anche dal bacino del non voto mentre "l'elettorato di quello che nel 2012 fu il candidato del M5s (Merenda) si disperde in tante direzioni e, fra di esse, quella che raggiunge il nuovo candidato della formazione grillina non è la più consistente".