Poteva andar meglio ma non è una debacle: nessuno psicodramma, "nessun campanello d'allarme". Si va avanti con calma e concretezza. E' passata l'una di notte, i ballottaggi assegnano una chiara vittoria al centrodestra, il Pd in tv ha riconosciuto la sconfitta e la minoranza interna ha già lanciato l'assalto al fortino, quando Matteo Renzi pubblica un lungo post su Facebook per dire chiaro e forte che non ci sta a farsi logorare: il risultato è locale e a "macchia di leopardo", le politiche sono "un'altra cosa", le coalizioni non sono necessariamente la ricetta per battere la destra.
Con Genova e Spezia non più rosse, l'Aquila e Verona, Pistoia e Parma perdute, i dati sono più pesanti del previsto: non bastano a temperare la batosta vittorie, "non scontate", a Lecce, Lucca, Padova, Taranto. E al Nazareno ci si prepara a un vero e proprio assedio di chi, dalla minoranza interna, agli "scissionisti" di Mdp, fino alla sinistra di Pisapia, spingerà sulle alleanze e un "nuovo centrosinistra" per mettere in discussione la leadership di Renzi. Ma per ora la linea del segretario non cambia. Proprio i ballottaggi - notano i suoi - dimostrano che bisogna smetterla di lacerarsi ed elucubrare sulle alleanze, ma lavorare a un Pd "largo" per battere la destra al voto.
Il PD isolato politicamente e socialmente perde quasi ovunque. Cambiare linea. Ricostruire il centrosinistra subito.
— Andrea Orlando (@AndreaOrlandosp) 25 giugno 2017
Dopo il disimpegno degli ultimi giorni, Renzi non si fa vedere neanche al Nazareno nelle ore dello spoglio. Nella giornata parla di sport su Facebook e a chi lo invita a lasciare la politica per la Domenica sportiva, ricorda i "centinaia di migliaia" di voti che da poco lo hanno rieletto segretario e lo spingono ad andare avanti. Un segnale alla minoranza di Andrea Orlando e Gianni Cuperlo che ha già dato segno di voler mettere in discussione il segretario. Gli avversari interni proveranno a "riaprire il congresso": non se ne parla, affermano al Nazareno. In serata il segretario telefona al neoletto sindaco di Padova Sergio Giordani, che ha sconfitto il leghista Massimo Bitonci. Ma è una delle poche gioie di questa tornata elettorale. E' un voto locale, ribadisce lui: molti dei candidati, da Genova a Parma, si possono dire tutt'altro che renziani. Ma, ammettono, il centrodestra ha saputo aggregarsi e portare i suoi (ma anche un pezzo di elettorato M5s) a votare. Il centrosinistra paga "moltissimo le divisioni interne, la scissione, aver inseguito M5s, la parcellizzazione", afferma Rosato. Mentre sui social c'è chi, come Angelo Rughetti, se la prende con Paolo Cento e quella sinistra "riesce sempre a perdere pur di dire che è colpa degli altri. #molliamoli". "Il Pd isolato politicamente e socialmente perde quasi ovunque. Cambiare linea. Ricostruire il centrosinistra subito", scrive su Twitter Orlando che martedì riunirà la sua area proprio per chiedere una svolta in questo senso e poi con Cuperlo sarà alla manifestazione del 1 luglio a piazza Santi Apostoli. Renzi dovrebbe convocare per il 10 luglio la direzione, intanto venerdì e sabato riunirà a Milano i circoli Dem, in cui si attendono parole nette sulla prospettiva dei prossimi mesi. Ma intanto i renziani invitano Orlando ad andarci piano nell'analisi: i risultati peggiori si sono avuti nella sua Liguria, han perso candidati civici di centrosinistra, il che mostra che "coalizione non è una risposta". Dalla legge elettorale, allo ius soli (vista l'affermazione della destra), ora tutto tornerà sotto le lenti del dibattito della sinistra. Gongola la sinistra di Pisapia e Bersani, che avrà più forza sabato in piazza Santi Apostoli nel lanciare la sua "alternativa". Ma Renzi ai suoi predica calma e pazienza: il confronto è appena all'inizio.