"Come sono belle le riunioni in streaming ma quanto è bello tornare ad abbracciarsi in piazza. Il nostro destino non è litigare al nostro interno ma cambiare l'Italia". E' il messaggio di Matteo Renzi dal palco della manifestazione del piazza del Popolo a Roma per il Sì al referendum. Sull'Italicum, sottolinea, "non abbiamo aperto ma spalancato le porte". "Ora - prosegue - non si usi la legge elettorale come alibi perché siamo pronti a cambiarla. Il punto non è più questo ma è se vogliamo continuare a guardare soltanto la nostra storia o ci va di parlare finalmente del futuro del Paese". "Tocca a noi - dice ancora - decidere se costruire il futuro o fare come quando passa il treno e non si sale: per paura, per pigrizia, per ritardo. Noi ci dobbiamo salire sul treno e guidarlo". Ma la minoranza resta sulle proprie posizioni. "Serve rispetto per chi nel Pd vota no", dice Roberto Speranza.
L'INGRESSO DI RENZI SUL PALCO CON 'O SOLE MIO
Renzi non risparmia stoccate alla 'vecchia guardia', Dem e non. "Perchè si dice di No? Perché non l'ho pensata io, sostiene la vecchia guardia che dice 'se la scrivevamo noi sarebbe stata meglio', può darsi, il punto è che non l'hanno scritta, l'hanno discussa, contestata, chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi". E ancora: "D'Alema ha detto parole sugli anziani che vorrei fossero parole scappate per sbaglio. Il punto è un altro, come mi ha detto qualche sindacalista dei pensionati che è qui: 'noi votiamo sì, perché li abbiamo visti all'opera'".
"Il vero partito della nazione è quello del No, che va da Brunetta a Travaglio, da Gasparri a Tremonti, da Berlusconi a D'Alema. Può dire solo di no, questo è il partito che vuole bloccare l'Italia".
IL VERO PARTITO DELLA NAZIONE E' QUELLO DEL NO
Il premier dal palco va all'attacco del Movimento cinque stelle. "Noi siamo quelli che non dicono Vaffa ma provano insieme a fare una proposta per il futuro del paese, la politica che non vuole solo insultare. Ne avevamo bisogno di voi, vi siamo grati per lo straordinario abbraccio". "Va bene la parola d'ordine onestà - ha detto ancora - è la nostra ma il nostro destino è cambiare l'Italia, la politica deve essere concreta, competente. Non basta dire 'onestà, onestà'".
Renzi torna a parlare anche di Ue. "Quando Orban dice che il problema è l'Italia - ha detto rivolgendosi al premier ungherese - ricordo a Orban che l'Italia è tra i paesi non solo contributori ma si è messa in gioco per garantire la libertà. Prima di parlare dell'Italia si sciacquino bocca". "Noi - sottolinea - diciamo che siccome nel 2017 casualmente a Roma si riuniranno i capi di governo e in Ue arriva a scadenza il tema del fiscal compact, noi non accetteremo di inserirlo nei trattati Ue". "L'Europa - evidenzia - sembra aver perso l'anima. Chiedo a voi, al Parlamento la forza di una battaglia che non è demagogica e populista contro l'Europa ma per restituire anima all'Europa".
"La piazza è del popolo" è la scritta che campeggia sul palco. Renzi è salito sulle note di "'O Sole Mio", per l'intervento conclusivo. Prima di lui ha preso la parola il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.
L'ARRIVO DEI MILITANTI A TERMINI
Militanti del Pd sono arrivati da tutta Italia grazie agli oltre 300 pullman e sette treni charter messi a disposizione dall'organizzazione.
Piazza del Popolo canta 'Bella Ciao'. La folla che si è riunita a Roma all'inizio della manifestazione ha intonato in coro il canto partigiano, proposto dal palco da un gruppo femminile che ha riproposto le canzoni della tradizione della lotta operaia. Uno sventolio di bandiere e un grande applauso hanno salutato la fine dell'esibizione.
La minoranza non c'è, Cuperlo sì - La sinistra Dem non è in piazza, ma a Piazza del Popolo si è fatto vedere Gianni Cuperlo, tra i più dialoganti della sinistra Dem e componente della commissione Pd per cambiare l'Italicum. All'arrivo in piazza del Popolo Cuperlo e' stato accolto da abbracci e strette di mano dei manifestanti. "Bravo, dobbiamo stare uniti" gli ha gridato qualche militante, in piazza per sostenere il SI' al referendum. L'ex diessino è stato accolto ai margini della piazza dal vicesegretario Lorenzo Guerini che lo ha scortato fino al retro palco. "Quando il partito chiama tutti dovrebbero rispondere" ha ribadito Guerini polemico per l'assenza dei bersaniani.
Speranza, rispetto per chi nel Pd vota No - "Non ho partecipato alla manifestazione del Sì a piazza del Popolo perché ho un'opinione diversa sul referendum. Inutile che si faccia finta di non vedere che una parte significativa degli elettori del centrosinistra e del Pd oggi non era in piazza perché pensa di votare No al referendum. Anche quella parte va rispettata o il rischio è che non si sentirà più a casa nel Pd". Lo dice Roberto Speranza, deputato che guida l'area della minoranza Pd Sinistra riformista, sentito al telefono.
M5s all'attacco - "E' una campagna basata su una persona, su un consulente che abbiamo pagato noi italiani 400 mila euro. L'ha pagato il Pd con i soldi dei rimborsi elettorali". Lo ha detto il vice presidente della Camera Luigi Di Maio a Misterbianco (Catania). "Ognuno - ha aggiunto Di Maio - si fa le manifestazioni che vuole. Matteo Renzi non è stato capace di di portare avanti una campagna per il sì in autonomia. Ha avuto bisogno di un esperto pagato 400 mila euro, che si chiama Jim Messina, che gli dice come si deve muovere, chi deve sfidare, cosa deve e non deve dire, che gli dice che la deve smettere di considerarsi il presidente del Consiglio dei Ministri perché se lo dice troppo, alla gente viene voglia di votare no".
Ieri sera per Renzi duello televisivo con De Mita.