"Il giorno in cui si va a votare lo decide il Presidente della Repubblica sulla base delle decisioni del Parlamento". Così risponde il premier Matteo Renzi a una domanda sull'ipotesi di un voto anticipato in caso di vittoria del No al referendum, in apertura del confronto di Porta a Porta.
Sono 6 mesi che le domande sono tutte 'e se vince il no?' Io - spiega il premier - preferirei parlare di qual è la domanda: volete o no il superamento di un sistema che non funziona, dare i giusti diritti, la risposta a cosa accade se vince il no la decidiamo il 5 dicembre".
Oltre alle indennità dei senatori, "che la ragioneria ha stimato in 50 milioni l'anno, ci sono i rimborsi ai gruppi. Parlo del mio partito, il Pd: prende 30 milioni. Li trovo una vergogna. Il M5S prende 12 milioni e ci paga casa, affitto, bollette ai funzionari del gruppo. Un Cinque stelle voterà Sì per cambiare o No per mantenere i privilegi che hanno sempre avuto? Non avrei dubbi su questo".
"Qual è il punto qualificante del No? L'articolo 70 sul procedimento legislativo? Non fatevi fregare: è la scusa che stanno cercando quelli in Parlamento per non passare da 950 poltrone a 630. Si sente lo stridore delle unghie sul vetro", prosegue Renzi nel corso del confronto sul referendum. "Fare polemica sulla procedura così puntualmente definita per evitare i conflitti di competenza è il tentativo di indicare il dito quando la gente indica la luna", sottolinea Renzi. "Non si taglia il diritto di voto dei cittadini perché i senatori saranno eletti. Ma si tagliano gli stipendi perché chi andrà al Senato non prenderà stipendio", aggiunge.