Una vittoria tra le Nuove Proposte nel 2009 con Sincerità, una tra i Big nel 2014 con Controvento, un secondo posto nel 2012 e una parentesi l'anno scorso come valletta al fianco di Carlo Conti. Non si può dire che Arisa il Festival di Sanremo non lo conosca più che bene. E quest'anno torna per la quinta volta a calcare il palco dell'Ariston con il brano Guardando il cielo, che dà anche il titolo al quinto album di inediti dell'interprete dalla voce di usignolo che uscirà il 12 febbraio per Warner Music, in pieno ciclone sanremese.
"Quella che vi presento con il mio nuovo lavoro è un'Arisa cresciuta, che cerca di essere persona prima di essere personaggio - racconta -. Una spremuta di me, uno specchio delle mie esperienze, un racconto di quello che voglio, che poi forse è quello che vogliono anche gli altri perché in certi sentimenti e in certe situazioni ci si può ritrovare. Provo ad offrire delle chiavi di lettura a degli stati d'animo. La musica mi appaga, per lei ho bruciato tante tappe e rinunciato a tanto, ma senza alcun rimpianto: preferisco stare attaccata al pc o allo stereo piuttosto che andare in discoteca". Ma la persona Rosalba (vero nome dell'artista lucana) cosa direbbe alla cantante Arisa? "Arisa, non ti dimenticare di Rosalba. Mai. Perché ogni tanto, quando siamo troppo presi, può succedere".
Il disco la vede sempre più coinvolta nella realizzazione, dalla produzione artistica agli arrangiamenti passando per la scrittura dei brani, anche se firma come autrice solo Come fosse ieri e Una notte ancora. "Ho tante canzoni nel cassetto e un giorno farò un disco tutto mio. Ci si deve sentire capaci di farlo. E per ora non è il momento giusto. Ma se devo guardare da fuori l'artista Arisa, posso dire che non ci sono canzoni di riempimento, sono tutti brani forti, con testi significativi e una cura attenta agli arrangiamenti".
Eppure solo un anno fa, Arisa non era neanche convinta di voler continuare con la musica. "Ma no, non so nulla di quello che accadrà nella mia vita, ma ci sono cose che continuo a incontrare sul mio percorso e la musica è una di queste: torna sempre, torna con le canzoni giuste che ti danno la motivazione ad andare avanti. Per questo sono ancora qui e sono tornata al Festival, con una gran voglia di cantare e di ricominciare in maniera intensa". Nel ruolo di valletta si è divertita, "ma è più facile che andare a cantare, l'obiettivo però è sempre lo stesso: cercare di sdrammatizzare. E magari cercare di non spaccarmi il ginocchio come l'anno scorso", scherza con il suo fare sbarazzino che la caratterizza da sempre. La canzone che porta a Sanremo, Guardando il cielo, è scritta da Giuseppe Anastasi (autore di molti dei brani di successo di Arisa, tra cui Sincerità e La notte, ndr). "Il brano nasce da una forte spiritualità, non necessariamente riconducibile ai dogmi della chiesa. E' un guardare alla vita come un dono, con fiducia nel domani. Un brano sull'amore, verso se stessi e per la vita che ci è stata data", spiega ancora. Per la serata delle cover ha puntato, invece, su Cuore, "un brano di Rita Pavone molto moderno che mi piaceva molto. L'ho rivisitato in chiave anni Sessanta, anzi.. in chiave caschetto!". Scherza anche sul look, che finora ha sempre stupito: "Non ci ho ancora pensato. Potrei essere mediamente nuda - e ride - o magari riciclare qualche vestito che ho già nell'armadio. In fondo le persone normali mica usano gli abiti una volta sola!".
Con gli occhiali a nasconderle il viso come ai tempi di Sincerità, o con i tacchi alti di Controvento, assicura che comunque "dentro non si cambia".