Una notizia vera c'è: "Ho accettato la direzione artistica della 60/a edizione dello Zecchino d'oro". Il resto, i rumors sul suo passaggio a Mediaset, e su un suo incontro a dicembre con Silvio Berlusconi, sono solo "fanta-tv", che "fa sorridere, ma è del tutto priva di fondamento". Il barometro degli ascolti volge al sereno - con la serata cover che vola oltre i 10,4 milioni di spettatori e sfiora il 50%, miglior share dal 2011 - ma all'orizzonte di Sanremo si allungano le nubi delle indiscrezioni e Carlo Conti, l'uomo simbolo della Rai, il 'frontman' dell'azienda nella settimana consacrata all'evento tv per eccellenza, è costretto a giocare in difesa e a smentire ancora. "Non ne so niente, ho un contratto con la Rai fino a giugno 2019 che poi magari sarà rinnovato", ripete il conduttore e direttore artistico del festival. Quando Dagospia ha insistito sulla trattativa con il Biscione, parlando di un pranzo ad Arcore con il Cavaliere, "due persone mi hanno chiamato subito", racconta. "Il mio avvocato, chiedendomi se dovessi dirgli qualcosa, e mia moglie, incredula". Né ci sono stati contatti 'a sua insaputa' con Cologno Monzese: "Che io sappia no, forse avevo il telefono spento", ironizza.
"E non si ripeta quello che è successo con i programmi radio di questa estate, quando prima mi sono state attribuite decisioni e poi è stato scritto che avevo fatto retromarcia. Non è proprio mai esistita la cosa". Dal festival delle larghe intese a quello delle 'fake news'? Gli scenari impazzano e il passo indietro di 're Carlo' ("Credo che un cambio faccia bene al festival", ripete) non fa che alimentare il toto-successore: Paolo Bonolis pronto a tornare a Viale Mazzini e a riconquistare Sanremo con la sua squadra, il ritorno di Fabio Fazio all'Ariston, Conti direttore artistico in tandem o in pool con vari conduttori (Amadeus, Fabrizio Frizzi, Gerry Scotti, Tiberio Timperi, Massimo Giletti, per citare i nomi indicati da lui stesso, o magari con una punta di diamante della nuova generazione come Alessandro Cattelan, chissà). "E' divertente leggere ipotesi alle quali neanche stiamo pensando: vi garantisco che come Rai siamo concentrati su questo festival e soltanto alla fine cominceremo a lavorare sui prossimi", ribadisce il direttore di Rai1 Andrea Fabiano. "E Carlo ha recentemente rinnovato con la Rai un contratto in esclusiva fino al 2019, che prevede penali salatissime". Da parte sua Conti non esclude un ritorno in futuro: "Dopo un trittico meraviglioso, il quattro non viene da sé. Se fra cinque o sei anni, dieci al massimo, qualcuno rifarà il mio nome, se avrò ancora le energie e le idee, se sentirò l'entusiasmo da parte dell'azienda, la voglia della rete, della direzione generale, di Rai Pubblicità di muoversi tutti nella stessa direzione, allora tornerò". Intanto ha accettato la direzione artistica del 60/o dello Zecchino d'oro, "mi entusiasma molto, faremo anche una prima serata su Rai1" a ottobre. "Scaramanticamente" non vuole fare bilanci: "Si continua a pedalare, mancano ancora due serate. Aspettiamo domenica per il consuntivo".
Ringrazia Maria De Filippi "per il feeling meraviglioso che si è creato sul palco, ma anche dietro le quinte". E' sollevato perché il "polverone" sul suo cachet, che ha preceduto il festival, si è diradato: "Le polemiche a Sanremo fanno parte del regolamento. L'importante è che, quando il fumo si abbassa, ti accorgi che la realtà era tutta diversa e che a causare il vespaio erano cose non vere o un po' gridate e basta. Lo stimolo più bello, quando sono arrivato qui, è stata la pacca sulla spalla del personale Rai, degli operai, dei cameraman che sanno come lavoro. Sono stati loro a darmi l'energia".
LA CONFERENZA STAMPA DI GIOVEDI'
Conti, con Fazio o Bonolis in ottime mani - Sanremo va: la seconda serata raccoglie 10,4 milioni di spettatori e quasi il 47% di share, tre punti in meno rispetto alla media record di un anno fa, ma centra il secondo miglior risultato dal 2005. Ancora una volta i Conti tornano, eppure sul festival aleggia il toto-successore, dopo che 're Carlo' ha deciso di abdicare. "Il mio erede? Non spetta a me decidere. Ma a chiunque vada, sarà in ottime mani", sottolinea Conti. "Bonolis e Fazio sono fuoriclasse, l'hanno già fatto e potrebbero rifarlo nel migliore dei modi e non hanno da dimostrare niente. E poi ci sono tanti miei coetanei che non l'hanno condotto e che hanno esperienza per farlo, come Amadeus, Frizzi, Gerry Scotti, Tiberio Timperi, Massimo Giletti. Fiorello? Beh - aggiunge con un sorriso - sappiamo di chi stiamo parlando". Dopo aver smentito il passaggio a Mediaset, Conti, l'ex mediano diventato capocannoniere, sbotta quando rimbalzano ancora le polemiche sul suo cachet e su una presunta penale da 14 mila euro sborsata per la sua partecipazione ad Amici. "Si riempiono le pagine di paroloni, di numeri senza sapere quali sono quelli reali", si sfoga. "Ciascuno di noi che ha un contratto in esclusiva con la Rai, deve dare una percentuale all'azienda nel caso in cui faccia ospitate o pubblicità extra, non c'è nulla di strano". Quanto al compenso, di cui si è tornati a parlare dopo l'inchiesta della Stampa sui contratti dei big di Viale Mazzini, "forse finito il festival dirò qualcosa. C'è il sacro e il profano. Qui c'è il profano, le canzonette, lo spettacolo, ma anche una macchina che dà lavoro a tante persone e produce ricchezza. Il sacro riguarda invece, per esempio, le persone che hanno sofferto per il terremoto. E' scorretto legare le cose". A sorpresa, si commuove fino alle lacrime ricordando l'incontro con i bambini di qualche giorno fa in una scuola di Sanremo: "Il candore, l'intelligenza, la purezza dei bambini noi adulti le abbiamo dimenticate. La domanda più bella che mi hanno fatto è se avessi mai provato l'invidia: ho spiegato che è una cosa che non deve esistere". Del suo trittico può andare più che soddisfatto, "per la centralità data alla musica". In Maria De Filippi ha trovato "una sorella, una compagna di classe", in Maurizio Crozza "una presenza forte, che ci fa ridere però alla fine ci fa sempre pensare". Il rimpianto resta sempre quello, "non essere riuscito a portare all'Ariston i Pink Floyd".
LA CONFERENZA STAMPA IL GIORNO DOPO IL DEBUTTO
Conti, non lo rifarò ma il mio futuro è in Rai - "Io via dalla Rai? E' come se uno degli alieni degli spot arrivasse veramente a Sanremo". Carlo Conti non farà il suo quarto festival, ma non ha nessuna intenzione di divorziare dall'azienda di Viale Mazzini dopo un sodalizio di oltre trent'anni. "Il mio legame con la Rai è fortissimo, ho un contratto fino a giugno 2019. E' un matrimonio che non si scioglie". E' pomeriggio inoltrato quando il conduttore, nel pieno delle prove della seconda serata, arriva in sala stampa, il volto tirato, per smentire le indiscrezioni di Dagospia che lo vorrebbero pronto a firmare con Mediaset. "E' fantascienza. Se un matrimonio va bene perché cambiare? E poi, a me tutte 'ste proposte non sono arrivate. E anche se arrivassero, quando senti la stima e l'affetto dell'azienda - sottolinea, seduto accanto al direttore di Rai1 Andrea Fabiano - il matrimonio va avanti, e speriamo che continui ancora per tanti anni, almeno finché il pubblico vorrà". Conti verso Cologno, Paolo Bonolis con le valigie pronte per Viale Mazzini e per Sanremo, in un perfetto valzer di conduttori: i rumors piombano sul festival, rovinando la festa degli ascolti record del debutto, 11,4 milioni di media e il 50,4%, il dato più alto da 12 anni a questa parte, con le altre reti - compresa Canale 5, che crolla al 5.5% - pressoché azzerate. Ma 're Carlo' non ci sta. Anche se si prepara a scendere dal trono di Sanremo dopo tre edizioni da conduttore e direttore artistico: "Sono sicurissimo, ancora di più dopo questi risultati, che non lo rifarò. Sono orgoglioso del lavoro fatto, però basta. E poi ricordatevi che noi fiorentini quando diciamo che ci ritiriamo, ci ritiriamo", sorride alludendo a Renzi. "Anche per il bene del festival, penso che sia importante un'alternanza: chi arriverà avrà un'altra visione, un'altra scelta musicale. E questo farà soltanto bene a Sanremo".
C'è chi scommette sull'arrivo di Bonolis: il suo contratto con Mediaset è scaduto e anche lo show Music è andato in onda in deroga. "Per noi è un personaggio irrinunciabile", ha assicurato nei giorni scorsi il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri. Ma il dialogo sarebbe in corso, sia con il Biscione sia con la Rai. A Mediaset tornerà sicuramente - dopo aver lasciato il segno sul festival - Maria De Filippi: "Sabato saluterò grata, felice di esserci stata. Ieri sera sono anche riuscita a divertirmi e spero di continuare a farlo, ma senza la voglia di condurlo. Il festival appartiene alla Rai: il mio futuro non è in Rai". All'Ariston "ho cercato di essere me stessa e basta", sottolinea 'queen Mary', che ieri ha ricevuto i fiori di Pier Silvio Berlusconi con la dedica 'Io sono con te'. Oggi però Mediaset deve accontentarsi del 19% in prime time: "Credo che anche Pier Silvio abbia guardato Sanremo". Coerente con il suo understatement, Maria non si sente "un collante dell'unità nazionale, sono venuta qui facendo quello che so fare". Ha fatto anche C'è posta per te, come quando si è messa a camminare ("Lo faccio sempre perché ho imbarazzo a guardare le telecamere") e inavvertitamente è finita con il tacco in una buca del palco, rischiando di cadere. "Tutti ridevano, ma questo mi ha aiutato ad andare avanti". Con Conti ha trovato "una sintonia perfetta", ribadisce lo stesso conduttore. E Maria gli lancia scherzosa un assist per il futuro: "L'anno prossimo co-conduce Amici su Canale 5".