I versi piacciono più del brano. Almeno a chi sceglie le tracce. Nelle ultime 15 edizioni della Maturità la poesia ha, infatti, battuto la prosa, per essere in sintonia con il clima di questi giorni, 9 a 6.
"Ride la gazza, nera sugli aranci" di quest'anno é stata preceduta nei due anni passati da brani in prosa tratti da L'infinito viaggiare di Claudio Magris nel 2013 e da Ammazzare il tempo di Eugenio Montale nel 2012.
Prima di loro, nel 2011, i ragazzi si sono cimentati con una poesia di Giuseppe Ungaretti, Lucca (da L'Allegria).
Nel 2010 i maturandi hanno trovato nelle "buste" di viale Trastevere Primo Levi dalla Prefazione di La ricerca delle radici, prosa. Svevo é approdato all'esame di Stato nel 2009 con un passaggio del libro La Coscienza di Zeno pubblicato nel 1923 e di nuovo Montale nel 2008 con la poesia "Ripenso al tuo sorriso" e un "incidente" che scatenò un vespaio di polemiche: i documenti ministeriali interpretarono la poesia come dedicata a una donna mentre invece al premio Nobel fu ispirata da un ballerino russo. Per quattro anni di fila, dal 2004 al 2007, ha tenuto banco la poesia: in successione Casa sul Mare di Montale, un canto del Paradiso di Dante, L'isola di Ungaretti, e di nuovo, inaspettatamente, il Sommo Poeta con i versi dell'XI canto del Paradiso dove san Tommaso narra a Dante la vita di san Francesco (versi 43-86).
Nel 2003 fu la volta di Pirandello - invocatissimo anche quest'anno sul web - con il brano il Piacere dell'onestà. L'anno prima Quasimodo con i versi dell' Uomo del mio tempo; nel 2001 é toccato a Cesare Pavese con La luna e i Falò mentre la prima Maturità degli anni 2.000 ha portato sul banco dei candidati Umberto Saba con la poesia La ritirata in Piazza Aldrovandi a Bologna.