Quattro anni fa, dopo che la Fifa aveva assegnato i Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar, Sepp Blatter si definì "un presidente felice". Non gli gli si poteva certo dar torto, visto che le due nuove frontiere dei petrodollari e dei gasdotti allargavano ulteriormente i confini del mondo del calcio e, soprattutto, il suo potere personale. Un volano enorme per il torneo sportivo più ricco e seguito al mondo: organizzare un Mondiale di calcio 'costa' 13 miliardi di dollari (è la spesa di Brasile 2014 confermata anche dalle previsioni di Russia 2018) ma con grandi ricadute in termini di cassa, anche se la Coppa del Mondo in tempo di crisi non si trasforma sempre in un volano per l'economia. La costante riguarda piuttosto i costi che aumentano, per la gioia di chi mette le mani sugli appalti. Ancora una volta, il potentissimo patron Fifa, affidando le due edizioni della Coppa del Mondo a Paesi calcisticamente nuovi, ma geopoliticamente nell'establishment del governo economico mondiale, era riuscito ad indirizzare le scelte nella direzione voluta, ma per la prima volta i suoi desiderata avevano portato al muro contro muro all'interno del massimo organo del calcio mondiale. Appariva evidente che le vittorie di Russia e Qatar per quanto nette, erano frutto di scelte più politiche che tecniche. Grande sconfitta l'Inghilterra: la candidatura britannica, data tra le favorite, fu addirittura bocciata al primo turno di votazione dei 22 grandi elettori Fifa (21 membri dell'Esecutivo più Blatter) con appena due voti. La Russia ottenne poi la maggioranza assoluta (13 voti) al 2/o turno su Spagna-Portogallo (7) e Belgio-Olanda (2). Non a caso, sostennero i maligni, gli attacchi dei media britannici contro la Fifa sulla presunta corruzione non aiutarono: secondo il 'Sunday Times' la decisione di assegnazione dei prossimi Mondiali sarebbe stata condizionata da pressioni esterne. Due membri Fifa, il nigeriano Amos Adamu e il tahitiano Reynald Temarii, furono accusati di aver venduto i loro voti. Dopo la bocciatura inglese, l'ex bomber Gary Lineker si lasciò scappare un "sono triste, ma sfortunatamente neppure sorpreso". Ancora più sorpresa destò la scelta araba, non fosse altro per la 'scommessa' meteo che incombe su un Mondiale organizzato in una delle aree più calde del mondo. Per i Mondiali 2022, al primo turno fu subito eliminata l'Australia, poi il Giappone, al terzo turno la Corea del Sud; al ballottaggio finale il Qatar prevalse sugli Stati Uniti 14 a 8. L'ormai famoso Rapporto Garcia, che aveva accusato la Fifa di "aver stravolto l'inchiesta", è rimasto lettera morta: per il presidente della commissione Etica, Hans Joachim Eckert, non c'era motivo di rimettere in discussione l'assegnazione dei due tornei iridati, nonostante alcuni elementi discutibili, "di portata molto limitata", evidenziati dal Rapporto. L'avvocato americano aveva di fatto sottolineato l'esistenza di irregolarità sull'assegnazione delle due manifestazioni, ma la Federcalcio mondiale aveva reso nota una versione del rapporto che, a dire dello stesso Garcia, distorceva il senso del documento. Da qui le sue dimissioni e la conferma dell'assegnazione dei Mondiali a Russia e Qatar.