Spunta anche il nome di Gianni Infantino, neo presidente della Fifa, nella lista nera dei Panama Papers, fra dubbi e sospetti che rischiano di far tramontare a tempo di record le speranze di rinnovamento segnate non piu' tardi di un paio di mesi fa dall'ascesa di questo tecnocrate svizzero-italiano al timone del football mondiale. Lo riporta con evidenza il Guardian online secondo il quale da alcune carte risulta che Infantino, quando era a capo dei servizio legali della Uefa, avrebbe avuto un ruolo in opachi accordi relativi ai diritti tv, con tanto di trasferimento di denaro su societa' offshore, nell'ambito di quella che alcuni media bollarono poi come la "Coppa del Mondo della truffa". L'interessato ha sempre negato di essere coinvolto in quella vicenda. Ma i fatti, che si riferiscono al periodo 2003-2006 (alcuni anni prima che Infantino, all'Uefa dal 2000, diventasse segretario generale della federazione calcio europea nel 2009, sotto la presidenza di Michel Platini), sembrano oggi smentirlo. Secondo i Panama Papers - una massa sterminata di documenti segreti 'sfuggiti' allo studio panamense d'intermediazione legale e finanziaria Mossack Fonseca e fra quali si sono gia' trovati invischiati lo stesso Platini, altri vecchi funzionari della piramide calcistica globale e persino il campionissimo Lionel Messi - il suo nome risulterebbe in effetti collegato con una delle societa' coinvolte nello scandalo. Societa' che finora era stata ritenuta fiduciaria occulta della Fifa di Sepp Blatter e con cui invece l'Uefa aveva sempre negato di aver avuto rapporti. A contraddirla, stando sempre al Guardian, saltano invece fuori evidenze che proverebbero contatti diretti nell'ambito della cessione e di una gestione apparentemente spregiudicata dei diritti televisivi relativi alle trasmissione delle partite delle squadre europee in America Latina. Con la firma, appunto, anche di Gianni Infantino. In discussione erano allora in particolare i diritti riguardanti la Champions League, l'allora Coppa Uefa e la Supercoppa, tutte competizioni targate Uefa. Ad aggiudicarseli fu l'argentina Cross Trading che pero' subito li ricedette al broadcaster Teleamazonas (sia per il triennnio 2003-2006, sia per quello 2006-2009) per una somma fra 3 e 4 volte superiore a quanto pagato in origine. Uno schema piu' che sospetto. Cross Trading, come in un gioco di scatole cinesi, e' del resto una sussidiaria di un'altra azienda denominata Full Play, di proprieta' di Hugo Jinkis. Lo stesso Jinkis che per altre vicende legate a presunti episodi di corruzione nel mondo del calcio internazionale in materia di contratti con i media e con gli sponsor e' stato in seguito messo sotto accusa dalla giustizia Usa in uno dei filoni della bufera che ha finito per travolgere il lungo regno del potentissimo Blatter. Ossia l'uomo che Infantino ha appena rimpiazzato con la promessa di avviare una nuova era di trasparenza. Ma la cui eredita' pare subito riproporsi - pur con nomi diversi e volti piu' giovani - all'ombra dei misteri che si allungano da Panama.