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Finale Champions League 2016: l'Atletico di Simeone contro 'armada' Real Madrid

Zidane a caccia dell'Undicesima Champions, ma 'Cholo' ci crede

Milano vicino l'Europa, diceva Lucio Dalla: e oggi lo e' ancora di piu', quasi una capitale, mai cosi' bella e mai cosi' viva dopo l'esperienza globale maturata con la grande Esposizione Universale. Una nuova primavera per una citta' considerata a volte nordica e nevrotica, con l'abilita' pero' di sapersi reinventare nelle occasioni davvero importanti. Adesso e' capitale del calcio che conta, teatro del derby tutto madrileno che si decide domani sera nella finale di Champions League fra il Real e l'Atletico. Milano si si presenta preparata all'appuntamento, coinvolta e partecipe. Piazza Duomo e' il centro, San Siro il cuore pulsante di un evento che sara' trasmesso in 220 Paesi con un'audience stimata di 180 milioni di telespettatori.

Unica nota malinconica l'assenza dell'Italia dalla Champions con la Juventus che ha gettato la spugna agli ottavi di finale. Resta indelebile il ricordo dell'Inter che, nel 2010, a Madrid, alzo' la Coppa al cielo nell'incredibile anno del Triplete firmato da Jose' Mourinho. Adesso e' un affare tutto spagnolo in una partita che ha il sapore della rivincita per l'Atletico, sconfitto due anni fa a Lisbona dal Real a caccia della 'Decima'. "A por la Undicesima" per i blancos, "nunca dejes de creer" per i colchoneros: sono gli slogan della finale in attesa che l'arbitro inglese Clattenburg dia il fischio di inizio. Il Real corre per il record assoluto dell'Undicesima, non più un'ossessione come la precedente; l'Atletico "non vuole smettere di crederci" e punta a conquistare la prima Champions per cancellare l'amarezza delle due finali perse (1974 e 2014). In palio c'è l'egemonia della Capitale, della Spagna, dell'Europa intera. Madrid - una volta passata la notte di domani - diventerà la città con il record di Champions vinte, 11 in bacheca. Detronizzata Milano che ne ha collezionato dieci. La finale potrebbe sfatare anche alcuni tabu'. San Siro non porta bene né al Real Madrid né a Cristiano Ronaldo.

Il campione portoghese, primo giocatore di sempre a segnare almeno 50 gol a stagione con lo stesso club e distante una sola rete dal record di 17 in una singola edizione di Champions, non ha mai segnato né vinto in ben quattro occasioni al Meazza. Ronaldo però potrebbe diventare il primo a segnare in tre finali di Champions League (2008 e 2014). In assoluto, invece, Di Stefano e' stato protagonista della coppa dei Campioni, goleador in ben cinque finali. Il Real, in quattordici precedenti, non è mai riuscito a espugnare San Siro. Zidane può essere il quarto allenatore a vincere la Champions con lo stesso club sia da giocatore che da tecnico, mentre Simeone punta a diventare il terzo tecnico non europeo ad alzare la Coppa.

Maledetto invece per l'Atletico Madrid è l'incrocio con i cugini del Real: per tre volte sono stati estromessi dalla competizione dai rivali. Nella semifinale '59, nella finale '14 e nei quarti '15. I Colchoneros sperano che la quarta volta possa essere quella buona. Ma, al di la' del risultato, domani si confrontano due modi di intendere il calcio: da un lato il pragmatismo di Simeone che fa arricciare il naso ai puristi, dall'altro l'inventiva e la fantasia dei campioni ben orchestrate in campo da Zidane. Introverso e schivo il francese, sanguigno e schietto l'argentino che sogna l'Inter e considera San Siro casa sua. "Nulla mi farebbe felice se non vincere. Poche squadre - afferma - ci sono superiori abbiamo stabilità, equilibrio, un'idea di lavoro, competenza. Io sono il leader di questa squadra". Zidane sa che deve crescere come allenatore, professa umilta' e dice: "Bisogna dare l'anima. Non farlo sarebbe peggio di una sconfitta. L'importante nella vita e' non avere mai rimpianti".

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