Il Tour incoronerà per la terza volta Chris Froome. Nel suggestivo scenario degli Champs-Elysees, a Parigi, il britannico uguaglierà Miguel Indurain, l'ultimo ad aver vinto la Grande Boucle per due anni consecutivi. Per Froome sarà il terzo trionfo dopo quelli del 2013 e 2015. Con lui sul podio non ci sarà Fabio Aru. Lo scalatore sardo ha sperato fino all'ultimo nella rimonta, ma è crollato oggi, all'inizio del Col de Joux Plane, l'ultima delle quattro salite della 20/a e penultima tappa, tagliando il traguardo con 17'38" di ritardo e uscendo definitivamente dai primi 10 della classifica (ora è 13/o, a 19'20").
Peccato davvero per Aru, forse si è preteso troppo da lui. Ma è ancora giovane e questa esperienza sicuramente gli servirà per il prosieguo della carriera. In una giornata tormentata dal freddo e dalla pioggia, torna ai vecchi splendori Vincenzo Nibali, che si piazza terzo dopo una tappa da protagonista. Un buon auspicio in previsione di Rio. In fuga tutto il giorno, lo 'Squalo dello Stretto' è salito da solo sul Col de Joux Plane, rimontando e poi distanziando i due primi fuggitivi Alaphilippe e Pantano. Il colombiano poi avrà la forza di riportarsi su di lui ,poco prima dello scollinamento assieme a Izaguirre, che poi nella successiva discesa verso Morzine ha preso il volo distanziando Pantano e Nibali, quindi vincendo la tappa.
"Anche nelle discese precedenti, col bagnato, ho avuto timore - ha ammesso Nibali -. Forse lo scivolone di ieri mi ha bloccato un po'. Mi dispiace per Fabio. Volevamo la vittoria, ma non è stato semplice. All'inizio la media era altissima, la tattica era di andare in fuga io e Fuglsang. Sull'ultima salita ho accelerato, ma dietro hanno avuto la forza di reagire. In questo Tour ho provato a fare la tappa più volte e di aiutare Fabio. Non è stato un Tour semplice dopo il Giro, ma ora mi sento bene per Rio, la gamba è migliore. Non è semplice fare il Tour dopo il Giro. Le Olimpiadi? Sarà difficile, ma cercheremo di fare un bel gruppo. Vedremo come va".