Un tempo tutto azzurro a Twickenham non basta a invertire la rotta del Sei Nazioni per l'Italia del rugby. Alla fine la nazionale guidata da Conor O'Shea torna a casa con la terza sconfitta su tre, 36 a 15 da un'Inghilterra dal tasso tecnico evidentemente superiore, e con le ossa meno rotte delle prime due uscite. Questo dicono un punteggio senza la temuta valanga di punti inglesi, la conduzione di gara dei primi 40' chiusi addirittura in vantaggio, e le due mete conquistate nel tempio della palla ovale. Chissà se basterà agli osservatori di Londra per cambiare idea sulla retrocessione dell'Italia dal Sei Nazioni. Di sicuro non e' bastato al ct inglese Eddie Jones, che a fine gara e' andato giù durissimo: "L'Italia non ha giocato a rugby, teneva sempre un uomo in fuorigioco sui placcaggi: andrebbero restituiti i soldi del biglietto a chi era venuto per veder giocare...", l'acida analisi. Un'antica polemica anti-catenaccio in salsa ovale. "Si studino il regolamento: l'interpretazione arbitrale e' cambiata: sono stanco di sentire sempre le solite cose sull'Italia, se gli altri usano questi espedienti tattici sono geni, se lo facciamo noi siamo orribili. Vogliamo rispetto", la risposta piccata del ct dell'Italia, l'irlandese O'Shea. "Possiamo perdere perche' l'avversario e' piu' forte, non perche' alziamo bandiera bianca", la sua sintesi della giornata. Gli amanti dello sportivamente corretto la chiamerebbero sconfitta a testa alta.