La Roma cala il tris (di vittorie) e, per un giorno almeno, scavalca l'Atalanta, portandosi al terzo posto in solitaria. I giallorossi, nella sfida dal sapore d'Europa contro il Napoli - macchiata dalla lucida stupidità di un gruppo di sostenitori che hanno cantato le solite, macabre nenie,costringendo l'arbitro Rocchi alla sospensione del match per un minuto circa - confermano di essere squadra, perché hanno vinto 2-1 soffrendo e probabilmente meritando più degli avversari, apparsi poco convinti della propria forza. Un Napoli a volte perfino svagato, poco preciso e ancor meno cattivo delle scorse stagioni, esce dalla zona Champions e dovrà lavorare a fondo per ritrovare certi meccanismi. Più del collettivo sono i singoli, assumendosi le proprie responsabilità, a creare i presupposti per qualcosa che possa portare al gol. Un presupposto al momento fallimentare, o forse semplicemente un'idea sbagliata. La sfortuna, che si accanisce contro i meno forti, fa il resto, come testimoniano i due pali nella stessa azione colpiti oggi dalla squadra dello squalificato Ancelotti, sostituito in panchina dal figlio Davide, con Milik e Zielinski. La Roma, paradossalmente favorita dalla sequela interminabile di infortuni, invece, sembra avere trovare la formula giusta: lo confermano i tre successi consecutivi e questa voglia matta di trovare il gol nel più breve tempo possibile. Questo derby del sud è però risultato strano assai, perché poteva chiudersi con una goleada giallorossa (Kolarov fallisce presto il rigore del possibile 2-0), così come avrebbe potuto permettere al Napoli di ribaltare con gli interessi il punteggio.
Tuttavia, la partita ci ha messo un po' a decollare, perché le squadre cominciano sottoritmo e sembrano assai svogliate. Ma è solo apparenza. E' la Roma a rompere gli indugi e a presentarsi dalle parti di Meret con iniziative minacciose: Kluivert sfiora il palo al 9' e 10' più tardi Zaniolo spacca la partita, oltre alla porta, con una conclusione che Meret non vede partire. Bella la preparazione della Roma, con un giropalla che costringe il Napoli ad alzare la linea difensiva, poi apertura di Pastore per Spinazzola e suggerimento per Zaniolo, che si aggiusta il pallone e firma l'1-0. Al 26' solo la Var si accorge che Callejon controlla il pallone con un braccio nell'estremo lembo dell'area napoletana e la decisione di concedere il rigore da parte di Rocchi non fa una piega. Sul dischetto Kolarov indirizza di piatto sinistro verso l'angolo alla destra di Meret che compie un miracolo, sventando la minaccia. Lo stesso portiere ospite, poco prima, aveva deviato in angolo un diagonale rasoterra di Kolarov. La Roma si spegne piano piano e il Napoli, al contrario, risorge dalle proprie ceneri, riversandosi con sempre maggiore pericolosità nella metà campo giallorossa.
La summa di tanta supremazia sta nel numero delle palle-gol che la squadra partenopea costruisce (e fallisce) in serie: al 29' Smalling salva sulla linea, evitando un gol di Di Lorenzo; al 33' Insigne sfiora il palo e al 35' impegna Pau Lopez. Dopo un break di Zaniolo, doppio legno del Napoli al 41': con Milik di testa e, dopo un tentativo di rilancio di Veretout, con Zielinski dal limite. Nella ripresa, con la pioggia, arriva il raddoppio della Roma: Pastore manda il pallone sul braccio di Mario Rui e Veretout dal dischetto non sbaglia, sebbene Meret intercetti ancora la conclusione. Al 14' la Roma accorcia il conto dei pali con Kluivert, il Napoli si avvicina nel punteggio con Milik, servito dal nuovo entrato Lozano. A Dzeko viene annullato un gol per (sacrosanto) fuorigioco, ma l'ultima emozione è di Zielinski, che manca la porta per una questione di centrimetri. A metà del primo tempo, l'ansia dei cori di discriminazione territoriale che incombono su un match che ha rischiato di non concludersi mai.