Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono stati battuti in tre set dalla rimonta di Rafael Matos e Marcelo Melo (7-6, 6-7, 5-7) nel doppio che ha concluso sul 2-1 per l'Italia il confronto con il Brasile nel Girone A delle Davis Cup Finals, all'Unipol Arena di Bologna. Venerdì azzurri di nuovo in campo, contro il Belgio.
L'Italia inizia la difesa del titolo superando il Brasile nella seconda giornata del Girone A delle Davis Cup Finals, di scena fino a domenica all'Unipol Arena di Bologna. Alla vittoria relativamente in scioltezza di Matteo Berrettini su Joao Fonseca è seguita quella molto sofferta di Matteo Arnaldi su Thiago Monteiro. Sono così arrivati i due punti necessari e sufficienti.
Nel primo singolare, quello tra i numeri due dei rispettivi team, Berrettini ha superato in due set (6-1, 7-6) il giovane Fonseca, ribattezzato dai brasiliani "il piccolo Sinner". Il romano, l'anno scorso infortunato e quindi a Malaga solo da spettatore/tifoso del trionfo azzurro sull'Australia che aveva riportato l'insalatiera d'argento in Italia dopo 47 anni, si è riaffacciato al torneo nel modo migliore, battendo in un'ora e 21 minuti il n.185 del ranking, all'esordio assoluto in Coppa.
"Mi erano mancati questa atmosfera, il calore del pubblico.
Bisognava godersela, divertirsi, stare qui, volevo prendere il calore della gente e fare del mio meglio: è quello che ho fatto". Così Berrettini, oggi numero 43 del mondo, ha poi dato sfogo alla sua gioia, in un 2024 che gli ha già portato tre titoli nel circuito maggiore, a Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel.
Il primo set è filato via liscio per l'azzurro, come testimonia il punteggio, contro un avversario appena 18enne, evidentemente alle prese con l'emozione della prima volta.
Tutt'altra musica nel secondo, quando Fonseca ha dato del filo da torcere a Berrettini, ritrovandosi addirittura a tre punti dall'aggiudicarsi il tie-break: "Non sapevo cosa aspettarmi, non ci siamo neanche mai allenati insieme con Joao, ma ho visto dei suoi video e devo dire che è davvero bravo. Alla sua età io non avevo nemmeno un punto Atp - ha commentato l'ex numero 6 del ranking - Io ho sentito un po' di pressione in più perché perdere contro un ragazzo così giovane, e per di più in casa, non sarebbe stato facile da spiegare, ma non ci ho pensato una volta sceso in campo. Ho pensato solo a dare il mio meglio ed è quello che sono riuscito a fare".
Una tribolata maratona per l'azzurro si è rivelato il match di Arnaldi contro Monteiro, l'unico Top 100 (n.76) convocato dal capitano brasiliano Jaime Oncins. Il sanremese ha avuto la meglio sul 30enne mancino di Fortalesa in tre faticosissimi set, con il punteggio di 7-5, 6-7(4), 7-6(5). L'azzurro era avanti 5-2 nel secondo set, ma ha chiuso solo al termine di una battaglia durata tre ore e 39 minuti, mettendo a dura prova la resistenza non solo dei compagni in panchina, ma anche dell'oggi 91enne Nicola Pietrangeli in tribuna.
"Lui oggi ha giocato molto bene, ad un certo punto molto meglio di me. Ma sono contento di come sono riuscito a restare in partita. Questa è la Coppa Davis, un torneo che mi esalta - ha commentato a caldo Arnaldi - Mi è mancata un po' di spinta sui colpi al rimbalzo e poi non mi aspettavo che lui servisse così bene. Però l'importante era vincere e sono fiero di esserci riuscito". Arnaldi ha anche rassicurato su una leggera distorsione ad una caviglia, subita nel finale. Poi ha ringraziato i tifosi. "Ora abbiamo bisogno di voi, restate che vogliamo vincere 3-0", riferendosi alla partita successiva, con in campo Andrea Vavassori e Simone Bolelli. Arnaldi ha alternato momenti di brillantezza ad altri in cui è sembrata mancargli un briciolo di intraprendenza, mentre Monteiro non si è lasciato smontare dal primo set perso ed anzi ha trovato coraggio nel corso del match, soprattutto grazie ad un percentuale altissima di prime messe in campo (75%), ed a un dritto efficace. Ma tutto si è deciso nel secondo tie-break. E l'Italia può iniziare con una vittoria la difesa del titolo in Davis.
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