Si profila una proroga del lockdown contro il coronavirus e anche il calcio rischia di dover aspettare fino al termine di aprile per la ripresa degli allenamenti. Sarà chiaro prima di Pasqua probabilmente. L'ultima parola spetta al governo, che sta tenendo contatti costanti con la Figc, oggi ci sarà un nuovo appuntamento fra il presidente Gabriele Gravina e il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ma dietro le quinte è forte il pressing delle società, che si muovono in ordine sparso e con interessi diversi, chi per chiedere di accelerare, chi per attendere e chi preferirebbe proprio non tornare in campo.
Se verranno confermate le indiscrezioni, si va verso un prolungamento di 14 giorni delle attuali misure restrittive nel decreto valido fino a lunedì che prevedeva anche il divieto agli allenamenti. Si stanno studiando varie ipotesi, anche intermedie. Una prevede che i centri sportivi riaprano il 24 aprile, per la sanificazione e i primi test atletici, con allenamenti regolari solo dal 3 maggio, secondo i protocolli in via di definizione. Meno probabile è che si riparta subito (con le prime aziende protagoniste della fase 2) il 15 aprile con gli stessi nove giorni di transizione e sedute in gruppo a partire dal 24 aprile. E non è escluso che addirittura il via libera slitti al 4 maggio.
Le opzioni più caute consentirebbero, fra l'altro, a squadre come Juventus e Inter di attendere i giocatori stranieri volati in patria che, una volta tornati in Italia (i nerazzurri entro lunedì) dovranno rispettare un isolamento domiciliare di due settimane. E forse non a caso prosegue la polemica a distanza tra il portavoce della Lazio Arturo Diaconale e la Juventus. "E' lecito immaginare che a favorire questi permessi abbia pesato anche la convinzione che il campionato andava considerato ormai concluso? - si domanda il delegato di Claudio Lotito, che vuole accelerare la ripresa degli allenamenti, anche a costo di farlo prima di altre squadre - Ed è troppo auspicare che il Governo non venga influenzato dalla pressione dei tifosi juventini per un'eguaglianza dei punti di ripartenza che, però, rappresenterebbe un'ingiusta penalizzazione per chi ha avuto un comportamento virtuoso e un premio non giustificato per tutti gli altri?".