Sulla riapertura degli stadi "è giusto programmare, ma sarebbe meglio attendere prima di proseguire in tal senso, almeno per le prossime 2-3 settimane". A dirlo è l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, durante il convegno 'Poverta' sanitaria e farmaceutica minorile in Lombardia, prima e dopo l'emergenza COVID-19. Come affrontare l'autunno?' presso Palazzo Pirelli a Milano. "Ora il tormentone è la riapertura degli stadi - ha detto - Ci tengo a dirlo, io non sono il classico topo di biblioteca o che si rifugia in corsia. Il calcio lo seguo con attenzione e mi piacerebbe anche tornare allo stadio domani. Per le 2-3 prossime settimane è sì giusto programmare, ma anche attendere prima di eseguire", continua.
Ci sono, rileva Galli, "mille altre situazioni in cui vengono convogliate molte persone in determinate situazioni. Alcune hanno un'importanza economica, organizzativa e sociale di tipo A, altre di tipo B. Se si concentrano 15.000 persone all'ingresso e all'uscita e anche le si diluisce, in qualche modo comunque in certi posti devono arrivarci". Se tutti potessero arrivarci su mezzi privati, "il problema sarebbe più l'inquinamento e il traffico - evidenzia Galli - Se invece ci si va con i mezzi pubblici invece, potremmo risparmiarci questo, almeno finché non siamo più sicuri". Quello che è successo dopo le vacanze "lo abbiamo capito, c'è stato un numero di pazienti infettato dai vacanzieri di ritorno - conclude - ma non è andata così male come si temeva. L'unico dato certo ora è che abbiamo un trend tutto sommato in crescita anche se in modo non allarmante, ma meritevole di un tempo ulteriore e di attenzione".