Una riunione notturna lunga sei ore in un mega hotel di Valenza, tra il sottosegretario allo sport Victor Francos e le giocatrici, ha sbloccato l'impasse sancendo la pace tra la Federcalcio spagnola e la Nazionale femminile campione del mondo. Alla fine la protesta è rientrata e ventuno giocatrici sulle 23 convocate hanno accettato di volare a Goteborg dove torneranno a vestire la maglia "roja" contro la Svezia. Solo due calciatrici, María Pilar León e Patricia Guijarro, hanno detto di no all'accordo e in mattinata hanno lasciato la squadra. Ad ogni modo, per il loro gesto, non riceveranno alcuna sanzione. Si tratta delle due leader dell'ala dura. Nessuna di loro ha partecipato ai Mondiali perché avevano già rinunciato alla Nazionale per divergenze con l'ex ct Jorge Vilda.
"Questo non è stato il modo giusto di tornare, non ci sentiamo in condizione di rimanere qui", ha detto la prima a cronisti, all'uscita dell'hotel. "Per come sono andate le cose, mentalmente una non si sente di essere qui presente", ha aggiunto Guijarro. Alla base della pace c'è un'accordo siglato dalla Federcalcio e dal Consiglio Superiore dello Sport con l'impegno concreto ad affrontare seriamente temi come le "politiche di genere, la promozione della parità salariale o qualità delle infrastrutture".
Le giocatrici hanno chiesto cambi profondi e immediati nella struttura federale, richiesta che la Federazione ha accolto pienamente anche se, al momento, non è stata presa alcuna decisione concreta. Un primo segno di discontinuità da parte della Federcalcio è arrivato a mezzogiorno con una decisione solo nominalistica, ma dal forte significato simbolico: ambedue le Nazionali spagnole, quella femminile come quella maschile, si chiameranno 'Selección Española de Fútbol'. Viene abolita, pertanto, la denominazione specifica di "Nazionale di calcio femminile". "Vogliamo che, al di là di un passo simbolico - ha spiegato il presidente ad interim Pedro Rocha - ciò implichi un cambiamento di concezione e il riconoscimento che il calcio è calcio, indipendentemente da chi lo pratica".
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