Un messaggio che arriva forte e chiaro: l'Inter tuona fuori casa contro il Monza e contro il campionato, mettendo sotto i biancorossi 5-1 e arrivando a 28 partite consecutive con almeno un gol all'attivo. (LA CRONACA)
Troppo grande il divario con i brianzoli, che pure avevano sin qui ceduto in casa solo alla Juve in un rocambolesco finale e alla Fiorentina. Ma la partenza della capolista, con ferocia e lucidità sotto porta, è uno tsunami che manda sott'acqua i presupposti su cui Palladino aveva costruito le speranze di colpaccio.
Senza l'infortunato Di Gregorio, ex Inter e arrivato allo stadio con un vistoso tutore e stampelle, il mister dei biancorossi schiera il 2002 Sorrentino tra i pali e piazza a sua protezione gli ex interisti Caldirola, D'Ambrosio e Gagliardini, confermato ancora sulla linea di difesa. Valentin Carboni, proprietà nerazzurra, parte dal primo minuto accanto ad un altro oggetto del desiderio di Marotta, Andrea Colpani.
L'ad dell'Inter, che proprio in Brianza ha vissuto i suoi esordi dirigenziali, in tribuna vive il derby particolare che invece trascorre in panchina Daniel Maldini, sotto gli occhi di papà Paolo e del cittì Spalletti. Questo per dire quanti siano gli intrecci tra le due vicine di casa, che pur nell'asimmetria del calendario si trovano alla prima di ritorno come era successo anche alla prima di andata. Inzaghi, rispetto alla sera del 19 agosto, cambia solo Pavard per Dumfries, lasciando in panchina l'ultimo arrivato Buchanan. Tra i titolari non ci sono gli ex monzesi Carlos Augusto, Sensi e Frattesi, che inizialmente si accomodano in panchina.
Sul campo, il Monza butta nella mischia dal primo minuto la fisicità di Bondo, ma la colonna sonora la suonano gli ospiti: si gioca in una sola metà campo e Lautaro di testa stacca sul primo palo su cross di Pavard, ma Gagliardini tocca con la mano sinistra. Rapuano non se ne accorge, il Var sì: Calhanoglu dagli 11 metri fa 0-1 e 120 secondi dopo Dimarco chiude un'azione che Lautaro finalizza con lo 0-2.
Non sembra giochi in trasferta, l'Inter, tanta è la padronanza del campo e la presenza dei suoi tifosi in ogni settore dello stadio. E' un clima da festa: dalla curva dell'Inter si alzano i cori per gli ex D'Ambrosio e Gagliardini. I cori contro, quando ci sono, vanno all'indirizzo dei rivali di sempre: Como da una parte, Juve dall'altra.
A rompere l'idillio è il sussulto d'orgoglio del Monza alla mezzora: Pessina di testa fa 1-2, ma il Var ravvede un fuorigioco di un'unghia o poco più. Mkhitaryan in tuffo di testa su cross di Lautaro va vicino al gol, ma nella ripresa innesca il tacco di Thuram e il turco (da poco ammonito, salterà Firenze) fa 0-3.
L'epilogo non è in bilico, ma c'è tempo per il volo di Sorrentino a negare il gol a Pavard, prima che Darmian metta giù Mota: Pessina dal dischetto fa 1-3. E sempre dal dischetto arriva l'1-4, con Akpa che stende l'ex Frattesi, per l'1-4 di Lautaro. Allo scadere Thuram sterza in area, va a vuoto Caldirola ed è 1-5, con Palladino che era già stato espulso. Troppo poco Monza, troppa Inter. Che ora può dedicarsi anche alla Supercoppa.
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