Il tempo è scaduto. La Roma perde ancora, questa volta per 3-2 con il Bologna, e l'avventura di Ivan Juric sulla panchina giallorossa arriva ai titoli di coda.
Passano appena 35 minuti tra il triplice fischio e l'esonero del tecnico croato, comunicato dalla società giallorossa con una nota sul proprio sito. "Ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità, e di questo gli siamo grati", scrive il club già a caccia del sostituto che "sarà annunciato nei prossimi giorni". Quindi sarà il quarto allenatore del 2024 dopo Mourinho, De Rossi e Juric, con il casting già cominciato.
Ma che quella di oggi sarebbe stata l'ultima panchina dell'ex granata si era capito già alla vigilia con le parole in conferenza stampa. "Ho la coscienza pulita", aveva detto Juric, poi il rifiuto nel pre partita di parlare a Dazn e la notizia che era nell'aria è diventata realtà a fine partita. D'altronde il quadro è chiaro: una sola è stata la vittoria (quella con il Torino) nelle ultime cinque gare, Pellegrini e Dybala lasciati in tribuna, ufficialmente per infortunio, nonostante lato giocatori non arrivino conferme, e una tifoseria sempre più in aperta protesta contro allenatore, squadra e società, al punto da abbandonare lo stadio già all'intervallo.
Il caos intorno alla Roma è totale e le prossime ore saranno quelle che dovranno portare a una scelta che non potrà essere sbagliata "Serve calma per ragionare sul nuovo allenatore - ha spiegato il diesse romanista, Florent Ghisolfi -. Ma i Friedkin hanno la stessa ambizione dei tifosi, quella di vincere, per questo continueranno a investire". Il manager, l'unico rimasto a Trigoria visto che manca ancora un Ceo, ha poi chiesto scusa ai tifosi, invitando tutti ad assumersi le proprie responsabilità.
Ha parlato di un progetto, quello Friedkin, che "resta pluriennale" e una scelta del nuovo allenatore che sarà "strategica e condivisa con la proprietà". La stessa proprietà che sabato sarebbe dovuta sbarcare nella Capitale salvo poi annullare i propri voli e che appena martedì scorso aveva ribadito la fiducia, seppur a tempo, a Juric. Chiedeva risultati e questi non sono arrivati con il pareggio in Europa League e la sconfitta con il Bologna che ufficializza così la ricerca del nuovo allenatore.
Tanti i nomi sul tavolo, ma nessun affondo concreto per il momento perché lo stesso club giallorosso ha parlato di "qualche giorno" per l'annuncio. Da Roberto Mancini a Massimiliano Allegri, passando per Claudio Ranieri, Graham Potter, Frank Lampard e Rudi Garcia. Questi i nomi usciti e sui quali sta provando a lavorare il club con i primi due in ordine di priorità. A cominciare dall'ex ct della nazionale italiana e dell'Arabia Saudita. Difficile il ritorno di Daniele De Rossi, cacciato neanche due mesi fa (era il 16 settembre), anche se Ghisolfi a specifica domanda risponde, dai microfoni di Dazn, lasciando spalancata ogni porta: "La scelta resta aperta".
Riportare a Trigoria De Rossi vorrebbe dire infatti non pagare un terzo stipendio, ma ad oggi non ci sono le condizioni e per questo si proverà a lavorare soprattutto sulla pista Mancini che apprezza la rosa giallorossa.
Da ricucire, poi, ci sarà anche lo strappo con la tifoseria che prima della partita aveva affisso nei paraggi dello stadio due striscioni contro la proprietà e che dopo l'intervallo ha iniziato ad abbandonare lo stadio, smettendo di tifare e abbassando le bandiere. Insomma, il clima è quello di una rivoluzione, l'ennesima di una stagione da correggere in corsa per provare a sperare di arrivare ancora all'obiettivo Champions League.
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