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Da Eriksen a N'Dicka, quegli attimi di terrore in campo

Da Eriksen a N'Dicka, quegli attimi di terrore in campo

Tanti tornati a giocare.In viola Antognoni ma anche morte Astori

ROMA, 01 dicembre 2024, 19:59

Redazione ANSA

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Lo stadio ammutolito mentre i compagni di squadra e gli avversari piangono disperati in campo. Le immagini di Edoardo Bove che si accascia al suolo durante Fiorentina-Inter hanno subito riportato alla mente i malori di altri campioni del calcio. Avevano fatto il giro del mondo quelle di Christian Eriksen: il danese, all'epoca all'Inter, fu colpito da un infarto in campo mentre giocava con la sua nazionale agli Europei del 2021. Anche in quel caso momenti di panico nello stadio fino a quando non sono arrivate notizie di un suo miglioramento. Tutta la Danimarca si strinse intorno al giocatore, improvvisamente crollato a terra privo di sensi, ma salvato dal massaggio cardiaco e dal defibrillatore.
    Un arresto cardiaco che per interminabili momenti fece temere per la vita del calciatore, che è tornato poi addirittura a giocare grazie ad un defibrillatore fisso. Malori che negli anni hanno colpito giocatori professionisti, nonostante i continui controlli medici agonistici a cui sono sottoposti.
    Lo scorso aprile c'è stato lo svenimento in campo di Evan N'Dicka con la maglia della Roma: l'ivoriano è rimasto cosciente, e questo ha almeno allontanato il ricordo dei drammi in diretta di Renato Curi e Piermario Morosini, i giocatori del Perugia e del Livorno morti dopo aver perso i sensi in campo, nel '77 e il 14 aprile del 2012.
    Rimane nella storia del calcio italiano il Bologna-Roma del 30 dicembre 1989: dopo cinque minuti Lionello Manfredonia si accascia a terra per un arresto cardiaco, il soccorso dell'ex compagno della Lazio Bruno Giordano e del massaggiatore giallorosso Giorgio Rossi e dei medici che gli praticano un massaggio cardiaco salvano la vita al centrocampista: Manfredonia si risveglierà due giorni dopo dal coma e poi sarà costretto al ritiro nonostante la volontà di giocare ancora.
    Nel dicembre del 2023 Tom Lockyer, capitano del Luton, è collassato privo di sensi per un infarto mentre giocava. Per lui si trattava della seconda volta, giocava con un defibrillatore che anche in questa occasione gli ha evitato una tragica fine.
    Nel 2012 fece gridare al 'miracolo' la vicenda di Fabrice Muamba, 23 anni, centrocampista congolese del Bolton, colpito da infarto durante una partita di Premier League contro il Tottenham e rimasto senza conoscenza per ben 78 minuti, prima che il defibrillatore - utilizzato in campo, in ambulanza e ancora in ospedale - riuscisse a fargli riprendere conoscenza.
    Altro dramma quello di Abdelhak Nouri: la giovane promessa dell'Ajax nel 2017 si accasciò in campo per un arresto cardiaco, si risvegliò dal coma artificiale a cinque giorni dallo svenimento in campo per un'aritmia cardiaca durante un'amichevole in Austria, con danni cerebrali permanenti.
    A Firenze poi i malori dei calciatori viola sono una pagina sempre tragica: dal salvataggio in campo di Giancarlo Antognoni nel 1981 al dramma di Davide Astori, morto nel 2018 a Udine nella stanza d'albergo dove alloggiavano i viola. Quest'anno il malore e la morte improvvisa a 57 anni del dirigente Joe Barone.
   
   

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