Si corre, non si corre, si rinvia, non si rinvia. Alla fine hanno vinto il meteo e i piloti e così il Gp di Silverstone passerà agli annali delle moto come il primo dell'era Dorna annullato per maltempo (ma forse anche per la disorganizzazione): insomma l'Inghilterra non ha retto alla pioggia. In passato, solo nel 1980 era accaduto che una gara del Motomondiale non si corresse: in quel caso, era il Gp dell'Austria, per la neve. Quasi 40 anni dopo, la decisione è arrivata nel tardo pomeriggio dopo ore e ore di rinvii (inizialmente la gara nella classe regina si sarebbe dovuta correre alle 12.30 proprio per anticipare il maltempo) e confronti tra direzione gara, Irta (International Road Racing Team) e i manager delle squadre per capire come risolvere una situazione che però è andata via via peggiorando. Il problema non è stata tanto la pioggia, normale a queste latitudini, quanto l'asfalto rifatto per la corsa - con i suoi problemi di acquaplaning e scarso drenaggio emersi con drammaticità già ieri, con cadute a raffica di cui ha fatto le spese più di tutti Tito Rabat, finito in ospedale con fratture multiple. Così, dopo diversi rinvii (alle h.15, 16 e 17) è arrivata la decisione finale, la più logica e sensata, voluta soprattutto dai piloti, e senza che i nuvoloni neri sul cielo di Silverstone dessero risposte più ottimistiche.
Gli organizzatori ci hanno provato fino in fondo, cercando prima (inutilmente) di spostare il Gp a domani, vista la festività del Bank Holiday, poi cercando di 'salvare' almeno la MotoGp e spostando il termine ultimo della gara regina fino alle 19.30 italiane e su una distanza ridotta. Ma il cielo plumbeo e la pioggia incessante l'hanno fatta da padroni per tutto il pomeriggio e alla fine hanno convinto i piloti: "la sicurezza in pista è la cosa più importante, il problema principale riguarda l'asfalto, per questo abbiamo deciso tutti di assumerci la responsabilità di questa scelta", ha detto Marc Marquez, mentre Dovizioso ha detto di "non puntare il dito contro nessuno, però fa un po' strano. Essere pronti dalla 10 della mattina e poi magari correre alle 18 non è facile. E poi perchè - ha spiegato a Sky il ducatista - non è stata organizzata alcuna riunione tra piloti, io non c'ero. Alcuni piloti sono andati a esporre la propria opinione, di conseguenza sono andati anche gli altri. Se è andata veramente così, bisognerebbe organizzare meglio per la prossima volta". E dire che il warm-up si era disputato paradossalmente su pista asciutta (con Vinales davanti a tutti), facendo credere quello che poi non si è verificato. E nulla hanno potuto anche i lavori 'last minute' eseguiti nottetempo nei punti incriminati per l'acqualpaning, creando canali di scolo per far defluire l'acqua.
"Quando si tratta di sicurezza, noi seguiamo le indicazioni dei piloti", ha fatto sapere Franco Uncini, ex iridato nella 500 e oggi responsabile della Commissione Sicurezza del Motomondiale, mentre Mike Webb, direttore di gara Irta ha confermato che "il problema maggiore è l'acqua caduta sul circuito e che in alcuni punti non drenava. Abbiamo fatto tutto il possibile ma la sicurezza è la nostra priorità assoluta. Abbiamo valutato la possibilità di correre domani, ma questa ipotesi non sussisteva. L'ultima possibilità era ritardare il più possibile la partenza, ma le condizioni di sicurezza non sono ancora sufficienti, pertanto abbiamo dovuto cancellare la gara".