"Perché una così grande disparità di
trattamento?". Così l'ex numero 1 WTA Simona Halep, in un lungo
post sul suo profilo Instagram, ha commentato la squalifica di
un mese per Iga Swiatek, oggi numero 2 del mondo, risultata
positiva alla trimetazidina (Tmz). L'Itia, l'agenzia
responsabile di far rispettare il programma anti-doping nel
tennis, ha accettato la tesi difensiva della contaminazione di
un lotto di pastiglie alla melatonina.
Halep, invece, è stata sospesa provvisoriamente a ottobre 2022 e
poi è stata squalificata per quattro anni per una doppia
positività al roxadustat. La sanzione è stata poi ridotta a nove
mesi lo scorzo marzo dopo il ricorso della rumena al Tribunale
Arbitrale dello Sport a Losanna. "Non trovo e non penso che ci
sia una risposta logica per spiegare la diversità di
trattamento. Posso solo pensare a una cattiva volontà dell'Itia,
l'organizzazione che ha fatto di tutto per distruggermi
nonostante le prove" ha detto Halep. La vicenda Swiatek comunque
non può dirsi conclusa. La Wada e l'agenzia anti-doping polacca
possono presentare ricorso al Tas, infatti, e avviare un secondo
giudizio sulla positività alla trimetazidina, una sostanza
utilizzata nel trattamento di malattie cardiovascolari come
l'angina pectoris, che rientra nella lista delle sostanze
proibite tra i regolatori ormonali e metabolici. Anche se il
tossicologo Pascal Kintz sottolineava nel 2022, come riporta
l'Equipe, come non esistesse nella letteratura medica una
descrizione di effetti dopanti della trimetazidina.
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