Soffici, biodegradabili, dalla pelle sensibile e collegati in rete: i robot sono alle porte di un grande cambiamento che nell'arco di una decina d' anni potrebbe portarli a essere molto simili all'uomo. "Alla fine seppelliremo i robot", ha detto all'ANSA il direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), Roberto Cingolani, che ha presentato la nuova 'roadmap' della robotica nell'Icra 2016, la principale conferenza internazionale sulla robotica, in corso a Stoccolma, in Svezia.
La strada che porterà ai robot del futuro nascerà dall'incontro fra la robotica tradizionale con quello delle nanotecnologie e dei nanomateriali: "stiamo cercando di imitare piante e animali, la natura in generale. Consideriamo - ha detto ancora Cingolani - che l'essere umano è fatto di sei specie di atomi, mentre nei robot ci sono componenti non naturali con almeno 30 diverse specie di atomi". Quello che finora si è cercato di fare, ha proseguito, è stato "imitare cose perfezionate dall'evoluzione nell'arco di miliardi di anni, ma lo facciamo con i mattoni sbagliati".
E' invece arrivato il momento di trovare nuovi materiali e nuove soluzioni per trasformare i robot in macchine sempre più vicine alla natura sia nei materiali che li costituiscono sia nei processi con i quali funzionano. "E' un visione a lunghissimo termine - ha concluso Cingolani - ma è la nuova strada dell'evoluzione dei robot".